Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      in salvo con i suoi tesori, e gli assediami sdegnati minacciarono d'assaltare. Eletto un altro re dai Saraceni, ancor questo tirava in lungo le cose con la speranza dell' inverno sopravveniente. Allora la città fu aggredita e battuta con grande danno per molti giorni; ma la scarsità della gente impedi d' ottenere un successo più compiuto. Trattenutisi ancora ventidue giorni sotto le tende, i Genovesi tornarono carichi delle ricchezze predate alla patria. La Spagna era allora divisa fra i Saraceni, che ne occupavano la parte meridionale e le coste orientali, e diversi principi cristiani, che possedevano la parte centrale e settentrionale. Fra questi Alfonso VII re di Castiglia, Raimondo conte di Barcellona, e Don Garzia re di Navarra, minacciati di continuo nei loro possessi dai Saraceni, aveano spinto il Pontefice ad impetrare da' Genovesi che riprendessero P impresa d'Àlmeria.
      I reggitori della città accettarono la proposta volentieri, si per lusinga di amor proprio, come per spegnere un primo seme di discordia che ancora, non bene manifesto cominciava a pullulare tra i cittadini. 11 più anziano dei consoli espose la cosa in parlamento, e il popolo applaudiva gridando: Si faccia. L'Arcivescovo Siro profittando della commozione predicava la concordia, e i cittadini lacrimosi e pacificati giuravano di spegnere le ire fraterne nel sangue saraceno. I consoli dichiararono infame chi senza permesso assentandosi dalla città non avesse preso parte all' impresa; tutti dovessero provvedere le cose necessarie, vitto, armi, tende, macchine. Dopo cinque mesi di preparativi sessantatre galere e molte altre navi minori partivano da Genova, e sul finire d'agosto giunti ad Almeria, attendevano in una piccola cala a levante della città gli ajuti stati loro promessi dai tre principi spagnuoli.
      Ma Alfonso, il quale aspettava prima la flotta genovese, per mancanza di denaro avea disciolto P esercito; Don Garzia ricusava muoversi senza di lui, Don Raimondo promise che fra un mese sarebbe giunto con ajuti. Giunti questi al termine prefisso, una parte della flotta, girato il capo della Gatta che forma l' estremità orientale del porto d'Almeria, si presentò avanti una moschea fortificata, posta sulla riva sinistra di un fiumicello che la divideva dalle mura. Il console Balduino, capitano della squadra, con maggiore audacia che prudenza, fatti sbarcare i suoi, attaccò il presidio della moschea e i Saraceni usciti dalla città, ma fu respinto e costretto a ritirarsi ordinatamente alle navi. Allora il console Doria col resto della flotta, girando anch' esso il capo e riunitosi a Balduino, assaltò di fronte i nemici, mentre
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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