Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
58 STORIAed a prestare il giuramento di fedeltà, ma che non avrebbero giammai tollerato che alcun magistrato mandato dall' imperatore si mescolasse negli all'ari interni del loro Comune; inoltre che non erano tenuti a pagare le regalie, siccome quelli che, poveri di suolo e costretti a procacciarsi le cose necessarie alla vita con l'opera assidua della navigazione e del commercio, avevano col sangue e col proprio denaro aiutate le imprese di Palestina, liberato il Mediterraneo dalle piraterie saracene e rese sicure le coste della Spagna, della Francia e dell'Italia. Ritornati i deputati in patria, e riferite le trattative, si temè forte che, già sottomessa la Lombardia, l'imperatore non avrebbe tardato a comparire in Liguria.
Fu ordinato (4159) si riprendesse alacremente il lavoro delle mura intermesso; il pericolo e il desiderio di difendere la propria indipendenza destarono 1' entusiasmo in tutte le classi dei cittadini, nelle donne stesse, le quali, non potendo ajutare alla santa opera con le braccia, vi concorsero incoraggiando e facendo sacrificio dei loro ornamenti.
I consoli, esempio a tutti gli altri, si mostravano i più infervorati, provvedendo a crescere il numero dei lavoranti e sorvegliando personalmente i lavori : cosicché in cinquantatrè giorni si innalzarono 5520 piedi di muraglia del nuovo cerchio, il quale dalla piazza di Sarzano si estendeva fino alle porte di Vacca.
Mentre fervevano questi provvedimenti, l'arcivescovo di Magonza, gran cancelliere dell' impero, giunse in Genova, e parte con minaccie, parte con consigli, si sforzava di persuadere i magistrati a piegarsi al volere dell' imperatore, il quale, arrivato con l'esercito al Bosco alle falde degli Appennini, appoggiava le rimostranze del suo ambasciatore, minacciando di invadere la Liguria. Spinti dalle istigazioni dell' arcivescovo e dalla necessità
/
della circostanza, il console Ivone e i principali fra i cittadini si recarono al campo, ove introdotti alla presenza di Federigo, dopo aver prestato il giuramento di fedeltà, dichiararono che non avrebbero ceduto rispetto alle regalie, riproducendo le ragioni già esposte nella dieta di Roncaglia.
Federigo, considerando che il sottomettere Genova munita tanto fortemente e accesa da tanto entusiasmo per la difesa della propria libertà, sarebbe stata impresa vana, chieste per mezzo del gran Cancelliere mille dugento marche d' argento a titolo di sussidio, ed ottenutele, si partì fingendo di concedere spontaneo ciò a cui la necessità lo costringeva. Liberati i citta-
| |
Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
|
Pagina (58/637)
|
Comune Palestina Mediterraneo Spagna Francia Italia Lombardia Liguria Sarzano Vacca Magonza Genova Bosco Appennini Liguria Ivone Federigo Roncaglia Genova Cancelliere
|