Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      DI GENOVA ' 63
      Dire ogni disordine. L'anno medesimo Lanfranco Pevere console, mentre slava coi suoi colleghi rendendo conto dell'ufficio, fu dalla fazione dei Castellani assaltato ed ucciso.
      Il podestà credè su quei principii dover usar rigore: radunò il giorno dopo il parlamento, e non avendo potuto impadronirsi dei rei involatisi fuggendo, andò personalmente e distrusse una casa che Folco aveva bellissima in quella contrada da cui esso e i suoi presero il cognome di Castello. Ma il rigore usato non impedi ai Della Volta e Della Corte di sfogare con P armi il loro odio, e la vai di Bisagno era testimone d'un' altra scena di sangue. Il ritorno dei crociati, i quali disapprovarono le mutazioni fatte nel Governo, accrebbero i dissapori; cosicché per non precipitare in una anarchia completa, fu necessario tornare agli antichi ordini, e rieleggere i consoli del Comune (1192). Ma una autorità decaduta nell' opinione difficilmente si rialza, specialmente in tempi procellosi. Le risse fra i Volta e i Corte seguitarono maggiori; si combatteva di continuo fra i partiti avversi per le strade, e dalle mille torri con cui la discordia avea trasformato ciascun palazzo in fortezza: ai consoli del Comune, perduta ogni influenza, era rimasto un potere più di nome che di fatto; quelli dei Placiti erano stati costretti a ritirarsi alle loro case; le scissure e P audacia era tanto cresciuta nelle fazioni, che i Corte con i loro eransi eletti consoli proprii, e la guerra civile minacciava ogni dì più la ruina d' ogni consorzio.
      Finalmente adoperandovisi Maveraldo Scalco dell' imperatore, il quale allora si trovava nella città per sollecitare i preparativi per P impresa di Sicilia, le cose furono un poco quietate, e dismessi nuovamente i consoli, fu eletto Podestà Oberto d' Olesano Pavese.
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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