Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA ' 69
per avanti dalla maestà e dal timore dell' imperatore, mal sapevano ora tollerare che i loro nemici più accaniti si godessero il frutto dei loro sudori. La Carroccio,, nave comandata da Alamanno Costa, dopo essersi impadronita di una grossa galera pisana, si riunì con la conquistata a varie altre che tornavano di Palestina. Enrico Pescatore conte di Malta aiutava P impresa. La flotta riunita entrò nel porto; e dopo sette giorni d'assedio si impadronì della città ad onta della presenza dell' armata nemica che non le potè ostare. Furono restituiti gli espulsi; ad Alamanno Costa, in premio dei renduti servigli, fu commesso il governo di Siracusa, che tenne in qualità di vassallo della repubblica (4204).
Mentre le cose dei Genovesi prosperavano in tal modo in Italia, aveano subito in Oriente un deci inamento sensibile. Dopo i privilegi accordati ad essi e ai loro commerci in Costantinopoli, era seguito un certo raffreddamento prodotto dall' inclinare dei Genovesi alla parte imperiale di Germania; onde P ingiurie che ebbero a soffrire dai Pisani erano se non state favorite almeno tollerate. Poi trascorso quel primo disfavore, il desiderio che avevano gli imperatori greci di ricuperare la perduta influenza in Italia, e l'opera che i Genovesi vi poteano prestare, ravvicinarono le due parti, e Amico di Morta, ambasciatore della repubblica, avea conclusi trattati assai più favorevoli dei precedenti.
Un articolo segreto, che i consoli stentarono ad accettare, perchè lesivo dell' autorità pontificale, ma a cui nonostante dopo si piegarono, fu che la lega conclusa fra P imperatore greco e la città di Genova, durerebbe in eterno, e che nè influenza di potenti, nè scomunica ecclesiastica avrebbero avuto forza di sciogliere. Ma i Greci vedevano di mala voglia l'ingrandirsi in Oriente degli altri popoli europei, e specialmente delle repubbliche marittime italiane ; essi riguardavano con dispregio disdegnoso codesti barbari, come li chiamavano, che si erano resi signori del loro commercio, e inabili a fare, non volevano che altri facesse.
11 passaggio dei crociati latini e i mali trattamenti subiti a cagione della indisciplina e della fierezza dei Cristiani d'Occidente, aveano maggiormente inaspriti codesti malumori che scoppiarono alla morte di Manuele Commeno. Amico di Morta, mandato a rinnovare i trattati con il successore Alessio, perdeva la vita in quei tumulti; il clero latino era cacciato dalle sue chiese, e il legato pontifìcio espulso,
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (83/637)
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