Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      74 STORIAtizia giunse in Genova, il dolore fu pari al desiderio, che vi era grandissimo, di avere l'isola; mandarono però dicendo ai Veneziani, o la cedessero , o si preparassero a difenderla con 1' armi. Ricusando questi ultimi di rinunziare al possesso conteso, si pose mano ai preparativi della guerra, ma questi non furono bastantemente spediti. Intanto i Veneziani prevenendo i loro avversarii cacciarono il presidio genovese di Fraschia, occuparono l'isola intiera, e per assicurarsi maggiormente, ridussero in loro potere gli altri stabilimenti genovesi di Morea, e in Corfù. Alcune reliquie rapite nel sacco di Costantinopoli, e portate via da un De Ferrari Genovese ad una nave veneziana, e invano ridomandate, crebbero gli odii e la rabbia.
      Erano in quel tempo fidi alleati della repubblica, Enrico Pescatore Conte di Malta, il quale, profittando del disordine delle cose di Sicilia nell' infanzia di Federico, si era sottratto alla soggezione degli Svevi, e fattosi indipendente sotto la protezione dei Genovesi; ed Alamanno Costa, che dopo aver ricevuto in feudo Siracusa, per debito e per gratitudine, era caldissimo sostenitore delle loro cose. Costoro d' accordo con Genova si preparavano alacremente alla recuperazione di Candia, quando un nuovo assalto dato dai Pisani a Siracusa, li costrinse a riparare al pericolo più istante. Ventidue galere assediavano il porto: il Costa, mentre stava aspettando gli aiuti che il Conte di Malta raggranellava in quest' isola, attendeva a rinforzare le fortificazioni esteriori. Finalmente il desiderato soccorso venne: i Pisani furono primi all'assalto, ma ribattuti e poi rotti, perderono tutte le navi, eccetto nove, cinque delle quali doverono la salvezza alla celerità della fuga, quattro perchè poste in guardia all'imboccatura del porto, visto che la battaglia volgeva al peggio, crederono bene di scampare, finché vi era tempo (4205).
      Ottenuta questa vittoria cominciarono le scorrerie contro i Veneziani. Alberto Galleano assaltava arditamente Chioggia e vi si sarebbe stabilito senza la valorosa resistenza degli abitanti. Costretto a ritirarsi nell' Arcipelago predava due navi mercantili con ricco carico, l'una di panni, l'altra di armature di ferro e di metallo. Ciò che più stava a cuore al Conte di Malta era il riacquisto di Candia, e quantunque i Geuovesi si mostrassero freddi nello spedirgli i soccorsi necessarii, nonostante con tutti i mezzi che da se stesso possedeva si mosse verso P isola. Quelli che la comandavano proposero di atterrare le fortificazioni e di sgombrare, ma la virtù di Ra-
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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