Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      DI GENOVA
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      nieri Dandolo, li rese perseveranti. Sopraffatto da forze superiori e perduta l'isola, ritornò poco dopo da Venezia con trenta navi. 11 pericolo stringeva; i Genovesi non comparivano: pure il Pescatore prolungò la difesa finche i rinforzi pervenutigli da Genova sotto Arnaldo Balduino suo figlio mandato ivi a quest'uopo, non lo abilitarono a riprender l'offensiva contro i Veneziani che furono vinti. 11 prode Dandolo mori prigioniero; il suo cadavere, mentre conducevasi in patria per dargli sepoltura, fu preso con la nave che lo portava da tre galere di Alamanno ("osta.
      Ma V incuria delle cose loro che si era da quel tempo insinuata ne' Genovesi , diè facoltà ai Veneziani di ricuperare quasi tutta l'isola ; onde per crescere nel Pescatore l'interesse di difenderla, fu concluso con esso un trattato, in cui gliene era concessa la signoria, salvo molti privilegi ed esenzioni di gabelle per il commercio genovese. Morendo senza figli, 1' eredità sua sarebbe ricaduta alla repubblica.
      Si mosse il Pescatore con tredici galere; ma incontrato nel mar di Sicilia dai Veneziani ne perse i due terzi; un altro soccorso mandato da Genova ebbe la stessa sorte: cosicché giunse in Candia debolissimo; e non potendo campeggiare all' aperto, si ridusse alla difesa dei forti.
      Il Costa mosso a soccorrerlo, sorpreso e fatto prigioniero, era mandato a Venezia. Dopo questa ultima disavventura il Pescatore stesso, seguito da pochi fidi, abbandonò Candia (1211).
      La lentezza dimostrata dai Genovesi in tutta questa guerra procede da varie cagioni, fra le quali si possono annoverare come principali le interne dissensioni, un certo malumore dei cittadini principali contro il governo dei podestà, e la guerra incessante contro Pisa, dalla quale erano tribolati con perpetui combattimenti.
      Per gli armamenti marittimi era stato creato un nuovo magistrato chiamato dei Consoli di Mare, il quale operava dipendentemente dal podestà, o dai consoli del Comune, quando talvolta si ritornava all' antico modo di Governo. L'anno 1207, venti navi capitanate da Nicolò Doria navigando in Corsica sorpresero nel porto di Cagliari dieci pisane, che fortificatesi con palizzate, impedirono alle nemiche di assaltare, e resero vani i loro tentativi di darle alle fiamme. Soccorrevano alle assediate quattordici galere; onde le genovesi trovandosi minori di nunpero, furono forzate ad allargarsi in mare. Una tempesta sopravvenuta le sparpagliò, e due di esse caddero in mano


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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