Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA
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Fu convenuto di distruggere coi ferro e col fuoco r eresia degli Albigesi e di rinnovare la crociata in Palestina. A quest'oggetto Innocenzo stesso, acceso di zelo, si obbligò a portarsi egli stesso in Palestina, ed intanto si proponeva di visitare le tre repubbliche di Genova, Venezia e Pisa per sopire le loro discordie, e riunirle sotto lo stendardo della croce (1216).
Questi progetti furono troncati dalla morte, e Onorio III, che gli succedeva , seguitando P opera incominciata dal suo antecessore, per mezzo del vescovo d'Ostia suo legato, e degli ambasciatori delle tre repubbliche, conchiuse finalmente la pace con queste condizioni. Rispetto alle cose di Sardegna fossero confermati nei loro dominii i giudici di Arborea e di Cagliari ; rimanesse ad Alamanno Costa Siracusa, ad Enrico Pescatore Malta ; restando libere in Grecia le città di Modone e di Corone, fosse Candia dei Veneziani ; i Genovesi avessero facoltà di navigare e commerciare in Oriente pagando ai Latini i dazii soliti pagare ai Greci; Genova e Venezia strette in alleanza avessero per comuni i nemici di ciascnna. Mille cittadini da una parte e dall' altra giurarono P adempimento e la conservazione dell' acconto (1217).
Le premure di Onorio III per una quinta crociata sortirono un esito più fortunato di quello del suo predecessore. Dugentomila Europei s'imbarcarono nei porti delle tre repubbliche di fresco alleate. I Genovesi trasportarono in Egitto, alla conquista del quale si era rivolta la nuova crociata, il cardinale di Courson, P arcivescovo di Bordò, i Vescovi di Parigi e d'Angers, i conti di Nevers e della Marca con le truppe che li seguitavano.
Damiata, città fortissima sul ramo orientale del Nilo, fu assaltata da tutto lo sforzo delle armi cristiane. Dopo sanguinosi combattimenti sostenuti da una parte e dall' altra con tutto P ardore inspirato dal fanatismo religioso, il porto ed una torre furono prese. Ma il soccorso portato dal sultano di Damasco alla città assediata cambiava ben presto la faccia delle cose ; ricevuta una rotta completa, i Cristiani si ridussero a fatica nel campo fortificato, ove di assedianti divenuti assediati, erano minacciati di estrema rovina. Senonchò anche questa volta come ad Acri il valore italiano li salvava. Quando il pericolo era più incalzante, le tre flotte riunite delle repubbliche alleate, giunsero pel Nilo sotto Damiata.
Desiderosi i guerrieri repubblicani di far prova separatamente del proprio valore, si divisero a sorte i giorni dell'assalto. I Pisani furono i primi,
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (91/637)
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