Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      92 STORIAtamenti usati da Federigo a Piero Tiepolo fratello del doge, che, Duce dei Lombardi alla battaglia di Cortenuova, fatto prigioniero, era stato impiccato sulla riva del mare di Puglia. D' altra parte i Genovesi vedevano non senza dispiacere la Sardegna, per cui aveano durate si lunghe e sanguinose lotte coi Pisani, ceduta al figlio di Federigo, Enzo, per il matrimonio contratto da questo con Adelasia vedova di Ubaldo Visconti giudice di Gallura e di Torres. L'imperatore non fu spaventato da queste leghe. Mentre faceva da Ezzelino tiranno di Padova assaltare i Veneziani e dal re Enzo il papa, Oberto Pallavicino vicario imperiale cercava invano di porre sossopra la Lunigiana, come il marchese Lancia il Monferrato. Albenga, Savona e Ven-timiglia che, dimentiche della recente punizione e profittando di questi torbidi , si erano di nuovo ribellate, furono con molta facilità ridotte all' obbedienza.
      Vedemmo per 1' avanti che due opinioni prevalevano nella città : 1' una dei generosi, i quali negavano che si scendesse ad alcun atto contrario alla dignità della repubblica ; V altra dei timidi e dei prudenti, i quali si sarebbero volentieri sottomessi a qualunque umiliazione, purché in mezzo allo scompiglio universale d'Italia, lo Stato non fosse agitato. I vassalli del Lancia e del Pallavicino aveano coli' accostarsi del pericolo cresciuto il partito di questi ultimi, che prevalendo nei consigli decisero si mandassero nuovi ambasciatori a Federigo. Giunti al campo fu loro proposto prestassero il giuramento di fedeltà o non avrebbero ricevuto udienza : onde i deputati mandati da un partito debole e deboli essi stessi condiscesero ; tanto più che sapevano ridursi il giuramento ad una semplice formalità. Ma l'imperatore non l'intendeva così. Onorati e licenziali gli ambasciatori, spediva lor dietro due commissari che, giunti in Genova contemporaneamente, chiedevano un nuovo giuramento di vassallaggio equivalente ad una professione di sudditanza. Minacciava, ove non giurassero, V armata imperiale tenersi pronta ad entrare nel loro territorio.
      Fu radunato il consiglio: Fulcone Guercio, uomo nobile e di anima forte, levatosi a parlare, rimproverò la debolezza che da qualche tempo presiedeva ai consigli della repubblica, si scagliò contro coloro che, ambiziosi e fomentatori delle discordie interne, macchinavano la ruina della libertà, per mezzo di segrete intelligenze con Federigo; proponeva che in tanto pericolo dello Stato e in affari di si grande rilievo, si congregasse il disu-
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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