Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA ' 95
Intanto trentasette galere comandate da Giacomo Malocello, nominato ammiraglio, partirono per Nizza, ove stavano attendendo i prelati francesi, e li condussero a Genova. Ben presto arrivarono gli altri dalla Lombardia e d'altre parti, e poiché furono tutti riuniti si imbarcarono sulla flotta, la quale sommava a sessantasette legni sotto gli ordini del Malocello. Quaranta di questi, essendo mercantili e però poco atti al combattere, contribuirono non lievemente allo sfortunato evento che stiamo per narrare. Salparono il 25 aprile (4241): le ciurme liete e fiduciose, sopra gli alberi sventolavano le bandiere usate nelle crociate, poiché l'impresa si reputava santa. Ritenuti per qualche giorno dai venti contrarii a vista della riviera di Levante, veleggiarono poi a golfo lanciato verso il mare di Toscana, senza attendere le altre navi che stavansi preparando a rinforzo. Fra F isola del Giglio e lo scoglio di Montecristo, comparve loro la flotta pisana che li attendeva ordinata in battaglia. Erano quaranta galere pisane, e ventisette mandate di Sicilia dall' imperatore, sotto la condotta di Ansaldo De Mari, il quale, mosso dalla rabbia delle discordie civili, si era posto al soldo dello straniero contro la patria. Alla vista della flotta nemica, i cardinali e i prelati atterriti scongiuravano F ammiraglio genovese a non ingaggiare la battaglia e dare addietro. Quelli che si trovavano sulle navi più lontane, procuravano con segni e col protendere delle braccia scommovere l'animo risoluto del Malocello; ma questi stimando vergognoso il ritirarsi dinanzi al nemico, e maggiormente acceso nel desiderio di combattere dalle imbelli grida e dal timore che l'entusiasmo delle ciurme si affievolisse, dava il segno della battaglia.
Le galere genovesi ordinate in arco, si avanzarono contro le nemiche che aspettavano immobili, e si mescolarono con esse fieramente. Tre navi nemiche caddero nel primo scontro in mano a' Genovesi, i quali non seguitando la vittoria, attendevano a sgozzare i nemici, come scomunicati, e manomettere le navi. Invano il Malocello gridava cessassero dalla strage' e ristabilissero l'ordine; il tumulto e la rabbia coprivano la sua voce. Gli imperiali, sentito l'impeto del nemico allentato, e visto il disordine che si era introdotto nelle sue navi, non furono tardi ad approfittarne. Dopo una lotta accanita riuscirono a penetrare e rompere la linea delle navi genovesi, che invano tentarono riannodarsi. Separale ciascuna dalle compagne e mancando del vicendevole aiuto, furono la maggior parte combattute isolata-niente e prese per forza. Lo stesso Malocello, dopo aver fatti prodigi di va-
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (109/637)
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