Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
96 STORIA DI GENOVAlore per difendere la capitana assaltata da ogni parte, morti gran parte dei suoi, viste quasi tutte le sue navi venute in mano degli imperiali, o colate a fondo, e la battaglia perduta senza rimedio, saltò sopra una galera amica che gli era più vicina, e accompagnato da altre cinque riusci a salvarsi. Gran parte dei marinari e dei soldati, preferendo la morte alla prigionia, gittatisi nell'onde sanguinose, annegarono. Sommò la perdita dei Genovesi in questa disgraziata battaglia a più di diecimila fra uccisi e fatti prigionieri. La sorte degli ultimi fu forse peggiore, perchè gittati nel fondo delle navi, arsi dal calore e dalla sete, divorati dagli insetti, di cui abbondano le sentine, dovettero per soprappiù tollerare le pungenti parole e le villane ingiurio dei vincitori. Fra i prelati riuscirono a scampare gli arcivescovi di S. Jacopo, d'Arles, di Tarragona e di Praga, e i vescovi di Piacenza, di An-necy, d'Asti e di Palestrina ; tutti gli altri dolenti e mezzi morti dal terrore della battaglia, furono condotti a Pisa, come ornamento del trionfo riportato, avvinti con catene d' argento e chiusi nel Battistero (4241).
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (110/637)
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Genovesi S. Jacopo Arles Tarragona Praga Piacenza An-necy Asti Palestrina Pisa Battistero Gran Jacopo
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