Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
100 STORIAnalmente il mare grosso avendo costretto le navi genovesi ad allargarsi, Ansaldo profittando dell' occasione scampò. Ma Savona, sempre la prima ad inalberare lo stendardo della rivolta ed ultima ad abbassarlo, ad onta dell'abbandono degli imperiali persisteva in difendersi, e i Genovesi, i quali udivano dei preparativi che si facevano a Pisa contro di loro, erano risoluti dal loro canto di tórre quest' ultimo nido agli inimici. Stretta la città d'assedio, impetrarono i Savonesi soccorsi dal re Enzo, che allora governava la Lombardia in luogo di suo padre.
Giunti gli aiuti in Acqui, poiché seppero essere l'esercito assediarne troppo grosso per essere sforzato, ripresero il cammino donde erano venuti, mentre due centinaia dei loro, riusciti a penetrare traverso i nemici in Savona, rinfrancavano gli spiriti alla difesa. Si prolungò 1' assedio ancora per qualche tempo, finché non si seppe che la flotta pisana e imperiale, forte di centotrentacinque galere, veleggiava su Genova. Allora al desiderio di sottomettere Savona prevalse il sentimento di un più imminente pericolo, e sciolto l'assedio si accorse ai preparativi per difendere la città. Anche questa volta fu vano lo sforzo degli imperiali; poiché la flotta nemica, fatta vana mostra di sé avanti al porto, voltò di bordo al comparire delle prime navi che uscirono a riconoscerla.
Quantunque le spedizioni mal riuscite contro Genova avessero assai inasprito l'imperatore, che avea sperato ridurla a soggezione dopo la battaglia del Giglio, nonostante avvenimenti di maggior rilievo lo costringevano ora a rivolgersi ad altre cure. Vacava da più di un anno il seggio pontificale a cagione della mancanza dei molti cardinali fatti prigioni, e della influenza che Federigo pretendeva esercitare sull'elezione. Alfine (1243) radunatisi i cardinali in concistoro, si accordano in eleggere a Pontefice Sinibaldo Fieschi dei conti di Lavagna, Genovese, sotto il nome di Innocenzo IV. Credevano che l'elezione cadendo sopra persona stata amicissima dell'imperatore, questi non 1' avrebbe veduta di mal occhio, e d'altra parte conoscendo 1' anima energica ed altera dell'eletto, speravano, che, mutate le condizioni e gli interessi, non avrebbe tardato a sostenere con fermezza la parte della Chiesa contro le esuberanze imperiali. Federigo stesso giudicò con la sua naturale sottigliezza la cosa come era; poiché all'annunzio di questa elezione esclamò, che temeva di aver cambiato un cardinale amicissimo in un papa inimicissimo. In Genova furono fatte grandi allegrie per questaLjOOQie
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (114/637)
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