Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      DI GENOVA 101
      elezione, e le lettere amorevoli dirette tosto dal nuovo Pontefice alla città
      contribuirono a lusingarne vieppiù l'amor proprio, e suscitarono la speranza
      *
      di tempi migliori.
      Le trattative per una pace generale aperte fra il nuovo papa e Y imperatore, non appena incominciate, furono rotte ; perchè il primo chiedeva si riponessero in libertà anzi tutto i prelati stati fatti prigionieri, l'altro all' incontro negava renderli finché non avesse conosciute le condizioni alle quali la pace gli sarebbe concessa.
      Federigo tentò ancora una conciliazione, proponendo un matrimonio fra una nipote del Papa e suo figlio Corrado erede dell' impero; ma Innocenzo, quantunque tentato dal iato dell'ambizione, non si lasciò piegare, e la guerra interrotta fu ripresa. Cacciato il pontefice dì terra in terra si ridusse in Sutri, ove spoglio d'armi e minacciato continuamente nella sua sicurezza personale dalle circostanti armi imperiali, conobbe unica via di scampo esser posta nella fuga. I Genovesi suoi compatrioti legati alla sua parte da comunanza d' odii e dal vincolo della sconfitta sofferta, erano i soli a cui potesse commettersi con certa fiducia.
      Fu incaricato della delicata missione un frate Francescano, il quale, venuto a Genova e presentatosi segretamente al podestà Filippo Sigdomini, lo richiedeva, a nome del pontefice, dell' assistenza della città per procurare la sua evasione da Sutri, ove 1' armi imperiali lo ritenevano assediato e quasi prigione; essere però necessario alla buona riuscita dell' impresa un assoluto segreto. Il podestà, quantunque non potesse di per sè intraprendere alcuna risoluzione senza consultare gli altri poteri dello Stato, pure stimò in cosa di tanta importanza dover passar sopra alle leggi, e acconsentì.
      Senza comunicare le sue intenzioni ad alcuno, usciva dal porto con ventitré galere, sotto pretesto di scortare la carovana che partiva per Y Egitto; poi con celerissimo corso approdava a Civitavecchia. Avvertito Innocenzo del suo arrivo, travestitosi da uomo d' arme, con la scorta di pochi servitori raggiunse incolume le amiche navi; e poche ore dopo la sua partenza da Sutri vi entrava un distaccamento di cavalleria degl' imperiali, che avuto sentore della cosa giunsero troppo tardi per impedirla. Intanto la flotta genovese postasi incontanente alla vela, si affrettava a riafferrare le sponde della Liguria, quando il mare tempestoso la costrinse a rifugiarsi all'isola d'Elba posseduta allora dai Pisani. Ma la venerazione al pontefice ritenne
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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