Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
402 STORIAgli avversarti dair usare violenza, e le navi ripostesi in via tostochè la tempesta allentò, dopo aver lottato ancora contro i venti contrarli che le spinsero a Portovenere, approdarono finalmente a Genova, dove fra i cittadini ignari di tutto, lo stupore e la letizia che ne seguitò fu superata sol-tónto dalle lodi infinite prodigate al podestà.
L'imperatore vistosi sfuggire colui che già tenendo in sua mano sperava piegare con la forza alle sue voglie, ne fu grandemente irritato, e venuto a Pisa, ordinava che si facessero grandissimi preparativi per vendicarsi sopra coloro che erano stati cagione di questa fuga. Da Pisa venivano nell' istesso tempo messi imperiali ad Innocenzo tentandolo al ritorno con P offerta di migliori condizioni; ma questi che intendeva profittare dei suoi vantaggi, perseverò nella risoluzione di passare in Francia, e convocare un concilio a Lione onde scomunicare P inveterato nemico della Chiesa.
In mezzo a questi pensieri il pontefice ammalò, ma persistendo sempre nella risoluzione di partire, convocati al monastero di S. Andrea di Sestri, ove era la sua residenza, il podestà e gli altri del governo, li ringraziò caldamente di tutto ciò che aveano fatto per lui, e dell' esibizione di accompagnarlo con le navi fino al Rodano; poscia inviossi là dove era lo scopo del suo viaggio (4244).
V anno seguente i cardinali, i prelati, i vescovi di tutta la cristianità essendosi radunati in Lione per celebrarvi il concilio, l'imperatore vi mandò come suoi difensori Pier delle Vigne e Taddeo di Suessa. Dopo la trattazione di alcune quistioni di minore importanza, quella fra il papa e l'imperatore fu posta in campo. Accusalo quest' ultimo acerbamente dagli oratori ecclesiastici, fu con non minore abilità sostenuto dai suoi commissari; cosicché i prelati, a cui compariva chiaro che se Federigo aveva dei torti, il papa non avea certamente tutte le ragioni, stavano dubbi sul giudizio da pronunciarsi. Per chiarire meglio le cose, ambasciatori mandati dal Concilio all' imperatore, ad intimargli vi si presentasse personalmente a discolparsi, tornarono con superbe risposte; onde il pontefice profittando del suo vantaggio scomunicò solennemente Federigo II di Svevia (4245), dichiarandolo decaduto dai suoi diritti, e sciogliendo i sudditi dal giuramento di fedeltà. Sebbene P influenza esercitata dai papi sulP opinione non fosse più nel colmo del suo rigore, nonostante avea ancor tanta forza da produrre danni profondi contro coloro che erano fatti bersaglio delle sue ire, e Federigo stesso lo seppe.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (116/637)
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