Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
114 STORIAmunicipali, e in cui, come al presente, si attendeva meglio a conculcare che a sollevare i caduti. Accolse il Boccanegra graziosamente i deputati lucchesi, e ringraziandoli a nome della repubblica, ricusò il dono, dicendo che in altri tempi e in maggiori bisogni i Genovesi non sarebbero stati alieni dall'accettare. Anche questa volta un papa, Alessandro IV, si intromise mediatore fra i due popoli nemici, e quantunque la sua opera non arrivasse in tempo per impedire le sanguinose collisioni che abbiamo narrate, pure col minacciare che in avvenire i rinnovatori delle ostilità sarebbero considerali come gli alleati dei Mussulmani contro la cristianità, riusci a far accettare la pace a queste condizioni : le torri abbattute non potessero più essere rialzate; ritornassero i Genovesi in Acri; le navi della colonia genovese di Tiro non spiegassero bandiera, entrando nel porto di Acri, per i tre anni in cui dovrebbe durare questa pace. Ma nuove cagioni imprevedute ridestarono un'altra volta rabbiosi conflitti tra le due repubbliche rivali, poiché di rado avviene che al fuoco degli odii manchi la materia acconcia a nutrirli.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (128/637)
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Boccanegra Genovesi Alessandro IV Mussulmani Genovesi Acri Tiro Acri
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