Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
116 STORIAMichele Paleologo, uomo d'indole intraprendente ed ambiziosa, tutore del giovine imperatore di Nicea, forte d'armi e di volontà, giovandosi della debolezza dei latini, avea con ardite scorrerie sulla costa d' Europa tentato Costantinopoli per un colpo di mano, con i Bulgari divenuti suoi alleati; senonchè la vigilanza delle flotte veneziane avea interrotti i suoi disegni, e dimostratagli l'impossibilità di maggiori successi, senza il concorso di una
potenza marittima la quale coadiuvasse all' impresa.
\I Genovesi non complici, anzi disapprovatori dell' aggressione di Costantinopoli, scontenti della influenza perduta nelle cose d'Oriente, e gelosi di quella acquistatavi dai Veneziani, gli parvero gli alleati più convenienti a ciò che meditava. Pertanto, i di lui ambasciatori scelti fra i principali della corte, venuti segretamente in Genova, esposero al Boccanegra i progetti del loro signore, la speranza di avere i Genovesi ad alleati, P utilità che ne sarebbe venuta alla repubblica, ove avesse condisceso. Disse il capitano, non essere in sua facoltà il dare una precisa risposta; ne riferirebbe agli uomini preposti con lui alle cose dello Stato.
Radunato il consiglio degli anziani, e proposta la domanda, le opinioni furono divise : i contrarii all' accettazione dicevano, la repubblica indebolita dalle ultime guerre aver bisogno di pace ; incerta la riuscita dell' impresa, ed ove fosse fallita, perduto per sempre il commercio d'Oriente; di più il collegarsi con gente scismatica non avrebbe mancato di attirar loro addosso l'ira della Chiesa. Gli altri opponevano, crescere gli Stati non per l'inerzia delle paci, ma per la forza delle armi e per vita operosa ; se i Greci vincessero , a loro esclusivamente sarebbe toccato il commercio d'Oriente ; se perdessero, il danno sofferto non poteva risultar maggiore di quello che attualmente pativano, onnipotenti essendo i Veneziani ed essi spogliati affatto del commercio orientale; al papa non dover dispiacere, se ei si rammentasse che un suo predecessore avea disapprovata altamente P occupazione di Costantinopoli. La maggioranza degli anziani avendo approvata l'opinione di sovvenire al Paleologo, fu proposto l'affare al consiglio maggiore, perchè l'autorità di quello crescesse solennità e fiducia maggiore al trattato, ed anche esso fu favorevole. Due plenipotenziarii genovesi, un Visconte e un Guarnero, partiti con gli ambasciatori greci per P Oriente, stesero a Ninfeo, villa imperiale sulla riva d'Asia, i capitoli del trattato, e due altri ambasciatori greci ritornarono con essi a Genova onde i magistrati della repubblica li ratificassero.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (130/637)
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