Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 117
Erano le principali condizioni: la concessione in pieno dominio della cittā di Smirne, un quartiere con palazzo pubblico, chiesa, bagno, forno e giurisdizione mista in Adramito, Salonicco, Cassandria, Aonia e nelle isole di Metelino, Scio, Creta e Negroponte. Se Costantinopoli fosse stata ricuperata, prometteva il Greco, oltre gli altri privilegi goduti dai Genovesi per T avanti, la chiesa di Santa Maria appartenente ora ai Veneziani, col terreno occupato dal loro palazzo, il quale verrebbe distrutto; il commercio esclusivo del Mar Nero ; il regalo di una somma annua con palili d'oro tanto al governo che all' arcivescovo, oltre molte altre larghezze riguardanti il commercio e le gabelle.
Le obbligazioni contratte in ricambio dai Genovesi consistevano in certi oneri di servizio militare, a cui i Genovesi abitanti in Oriente si doveano sottomettere, quando le necessitā dell'impero lo richiedessero, e nel dover mandare da una fino a cinquanta galere, secondo il bisogno, a servizio e ad ogni richiesta dell' imperatore, contro qualunque nazione o governo, escluso il papa. Giā stavasi preparando una squadra di sedici navi sotto gli ordini di Martino Boccanegra fratello del capitano, per adempiere ai trattati e soccorrere alla spedizione di Costantinopoli, quando inopinatamente venne questa cittā in mano dei Greci (1261).
In una delle scorrerie che il Paleologo ordinava a quando a quando sulla riva d' Europa, lo Strategopolo, il migliore dei suoi capitani, sbarcato con ottocento uomini e rinforzato da orde tracie e bulgare, si era accostato a Costantinopoli. I Veneziani che spesso aveano impedito il passaggio dei nemici traverso i Dardanelli, erano allora colla flotta all'assedio di Dafnusia. Alcuni Greci abitanti i borghi esterni a Costantinopoli, presentatisi allo Strategopolo , si offersero di introdurre parte delle sue truppe nella cittā per un condotto sotterranneo. Il capitano, sapendo la lontananza dei Veneziani, volle tentare la fortuna.
Una buona mano dei suoi, entrati dentro per il passaggio suaccennato, aprono agli altri una porta della cittā, la quale č in un momento percorsa senza resistenza dalle truppe ordinate, ed atterrita dalle orde sparsesi a predare. I Latini, pochi e sparsi, non pensarono che a fuggire, e gran numero di loro insieme con l'imperatore Baldovino, precipitandosi al porto, scamparono sulle galere veneziane, le quali, avuta notizia dello sbarco dei Greci, si erano affrettate a ritornare indietro, quantunque troppo tardi.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (131/637)
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