Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
118 STORIALa città capitale dell'impero, riacquistata con tanta facilità, correva pericolo di essere ugualmente perduta, poiché la flotta veneziana, ingrossata di altre navi, minacciava l'assalto, e i Greci, scarsi di numero, in quei primi momenti di disordine e di confusione inevitabile, erano incapaci a far lunga resistenza; quando il comparire di Martino Boccanegra con le navi genovesi rinfrancò da un lato gli spirili, e dall'altro costrinse i Veneziani ad allargarsi. Cosi il Paleologo, venuto in possesso di Costantinopoli per il favore della fortuna, fu debitore al soccorso della repubblica della conservazione della città. Accolse il nuovo imperatore gratamente i Genovesi, e come quello che intendeva adempiere di buonafede ai trattati, concedè primieramente ad abitare con pieno possesso ai suoi ausiliarii il magnifico sobborgo di Pera posto sul porto. Il monastero di Pantocratore, ove erano la chiesa e le stanze dei Veneziani, fu rabbiosamente distrutto, quasi a prevenire che per nuovi eventi fosse rioccupato dagli aborriti rivali.
Se gli ultimi avvenimenti avevano dato un grande tracollo alle cose dei Veneziani in Oriente, e la potenza genovese cresciutavi straordinariamente, pure né questa sarebbe stata duratura, e al trono di Costantinopoli sarebbero mancate stabili fondamenta, se al nome latino e ai Veneziani non fossero stati tolti gli altri possedimenti di terraferma e P Arcipelago. Mosso da questo pensiero, l'imperatore pubblicava un editto, in cui si accordava in feudo ai privati Greci e Genovesi le isole e i luoghi di terraferma, che ciascuno avrebbe ritolto ai nemici. I secondi vi si accinsero con ardore; gli Embriaci presero Lemno, \ Centeri Metellino, i Gattilusi Enos, un Zaccaria la bella isola di Negroponte, e ne ebbe in compenso Scio; i Caltanei vennero in possesso di Smirne, ove la scoperta di una miniera d'allume schiuse una nuova via di commercio e di ricchezza ad essi ed ai loro compatriotti. Inoltre una colonia genovese invitata dall' imperatore dei Tartari, i quali cresciuti allora in somma potenza, occupavano i paesi intorno al Mar Nero, che oggi fan parte della Russia meridionale, si stabili alla Tana, città situata in fondo al mar d' Azoff alle foci del Don, mentre la repubblica, per estendere vieppiù e consolidare la sua posizione in Oriente, comprava da Oran nipote di Nogaia imperatore la città di Caffa nella penisola di Crimea.
Tentarono i folgori del Vaticano spargere una trista luce sullo splendore di questi successi. Urbano IV pontefice, instigato da' Veneziani, irritato della alleanza genovese coi Greci, dimenticò i servigii resi dalla città alla Chiesa
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (132/637)
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