Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
122 STORIAnuaiero di navi amiche, tanto che sommavano a sessanta; e avrebbero potuto i Genovesi con qualche onorata impresa cancellare la vergogna recente, se le dissensioni non avessero aumentata l'indisciplina, e prodotti disordini tali, che il Paleologo fu costretto ad allontanare la flotta alleata, che ritornò a Genova vinta, e perciò male accolta. I reggitori, affinchè simili scandali non si rinnovassero, nominarono un apposito magistrato incaricato di investigare e di punire i rei (1263), i quali furono in gran numero condannati a pagare una multa.
Provvedendo dopo ciò a rilevare le cose della guerra, ventidue legni benissimo equipaggiati furono pronti a far vela, guidati da Simon Grillo nominato ammiraglio. Questi, Ghibellino, era odiato dai nobili Guelfi e amatissimo al popolo, il quale corse in folla ad arruolarsi sulle navi. Timorosa la fazione avversa che in Simon Grillo si rinnovasse l'esempio del Bocca-negra, chiamava tumultuariamente il popolo a parlamento. Vi comparve in mezzo, solo, inerme e sicuro della sua coscienza, il Grillo: si scolpò delle calunnie appostegli; in prova della sua innocenza si costituiva prigione fino alla partenza della flotta che segui due giorni dopo. Dirigeva il suo corso verso l'Arcipelago, quando saputo che non v'avrebbe incontrati nemici, entrò invece nelP Adriatico. Incontratosi dirimpetto a Durazzo in una numerosa carovana nemica, ne prendeva tutte le navi, dopo un combattimento che durò dal vespro fino a mezzanotte; la capitana essendo a sopravvento scampò, portando a Venezia la non lieta novella (1264). Ne uscirono ce-leremente da sessanta legni desiosi di raggiungere Simon Grillo; ma questi, non volendo compromettere i frutti della vittoria, avea già riguadagnata la patria, ove ritornò alla vita privata. Il nobile disinteresse del Grillo, col quale egli smentiva le impudenti calunnie de' suoi avversarii, non era però esempio sufficiente a ritrarre dall'ambizione gli altri cittadini.
Le fazioni, avendo bisogno di capi, fruttarono sempre alle repubbliche la oligarchia o la tirannide, e le italiane di questo tempo, mantenutesi forti e pure fino alla maledizione de' Guelfi e de' Ghibellini, e poi decadute e fatte serve al sopravvenire di queste, ne sono una prova irrefragabile. Prevalevano allora in Genova le quattro famiglie dei Grimaldi, Doria, Fiesehi e Spinola. Sembrando agli altri che i primi avessero acquistato maggiore influenza della loro nelle cose della città, minacciavano di ristabilire l'equilibrio con l'armi, onde il podestà, per tor via i pretesti, provocò la riele-
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (136/637)
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