Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 145
Un giudice di Cinarca, provincia occidentale della Corsica, cacciato dai suoi sudditi per crudele governo, era per mezzo dei Genovesi ritornato nei suoi Stati giurando obbedienza e gratitudine eterna alla repubblica. Non furono i fatti conseguenti alle promesse; il giudice tornava alle antiche violenze, e non contento di esercitarle contro i proprii sudditi e coloro degli stranieri che gli capitavano fra le mani, le usava ugualmente verso i sudditi della repubblica. Non portando alcun frutto gli spessi reclami venuti da Genova, furono inviate in Corsica quattro galere con truppe sufficienti, per mezzo di cui il castello che nelle vicinanze di Bonifacio serviva di nido alle rapine del giudice, era preso, ed egli stesso costretto a ricoverarsi in Aleria. Di là parti per Pisa, ove gli fu facile interessare a suo favore quei cittadini insuperbiti per la vittoria del Giglio, e ognora pronti ad afferrare qualunque occasione di danneggiare la odiosa rivale. Come nei tempi moderni i governi bene ordinati mantengono presso le nazioni estere degli ufficiali che li rappresentano pubblicamente, incaricati di sorvegliare agli interessi reciproci e al mantenimento delle amichevoli relazioni fra i diversi Stati, cosi allora si tolleravano in Genova e in Pisa dei notari mandati da una parte e dall' altra, con impiegati subalterni, con la missione speciale e pubblica di spiare le funzioni del governo e renderne conto ai reggitori del proprio Comune.
Saputesi per questo mezzo le intenzioni dei Pisani, tentarono i capitani di stornarli, per mezzo di un ambasciatore, dal loro proposito, protestando die per quanto fossero amanti della pace, converrebbe ai Genovesi difendere le loro ragioni con le armi. Risposero i Pisani con dei preparativi di navi e di armi ; onde Oberto Doria e Nicolò Spinola con ventitré galere e dodici altri legni minori si presentavano avanti a Porto Pisano, risoluti ad impedire con la forza quello che la ragione non avea potuto ottenere. Ma poiché era imminente il tempo della vendemmia, e gran parte delle ciurme erano richiamate dai lavori della campagna, la flotta genovese fu obbligata a tirarsi indietro, e i Pisani, profittando dell' occasione, scesero in Corsica con grande apparato di forze, ricuperarono facilmente le castella e le torri tolte al giudice, perchè le truppe che le guarnivano, spirato l'arruolamento, si erano disciolte; nè contenti a ciò, sbarcati a Portovenere, diedero il sacco all'isola e alla terra.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (145/637)
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