Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 155
trario, capitanato dall' arcivescovo Buggeri, prendendo animo rovesciò il governo del Conte, il quale, chiuso con due figli e due nipoti nella torre che prese da lui titolo della fame, scontò con una morte orribile, di cui durerà eterna la memoria quanto i versi di Dante, il delitto d'una ambizione infelice. Le pratiche riaperte in seguito per la pace non riuscirono, perchè i prigioni, con magnanimo disinteresse, sconsigliarono ai suoi la cessione del castello di Castro, baluardo dei possessi pisani in Sardegna; oltre di ciò la cattura di cinque navi genovesi cacciate dalla tempesta nel porto di Livorno rinfocolò le ire. Luchetto Doria, mandato in Corsica con cinque navi e novecento cavalli, ricuperò facilmente Aleria e tutte le altre terre appartenenti alla repubblica, essendo il giudice di Cinarca, rimasto solo, troppo debole per contrastargli. Fecero allora i Pisani nuove proposizioni intorno alle cose di Sardegna, ed erano agitate in consiglio, quando nuove discordie cittadine le interruppero.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (155/637)
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