Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

Pagina (163/637)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      DI GENOVA 163
      di pace, si volsero di nuovo tutti i pensieri alla guerra. 11 Consiglio di Credenza ordinava un generale armamento di tutte le navi, tanto della città, che delle riviere, e dal 15 loglio al 15 agosto (1295), la prima ne mise in pronto ottanta, la seconda centoventi. Lasciate le altre a guardia delle riviere, Oberto Eoria, già vecchio, ma sempre pronto a rispondere alla chiamata della patria, prese il comando di centosessantacinque galere. Gemmava F equipaggio di ciascuna dai duecentoventi ai trecento uomini; F intiera armala a quarantacinqucmila combattenti, tutti di Genova e delle riviere, poiché gli estranei non furono accettati; vi si contavano ottomila uomini d'armi coperti di armature sfolgoranti d'acciaio e con sopravvesti di seta trapunte d'oro. L'ardore di arruolarsi era stato tanto, che le leve sopravanzarono, e molti s'imbarcarono di nascosto.
      Dal principio dell' ultima guerra pisana fino a questo tempo erano stati armati seicentoventisette legni de guerra, non contando circa ottanta navi, che anno per anno si equipaggiavano per il commercio; nè i monumenti di utilità pubblica erano stati trascurati, poiché si attendeva contemporaneamente alla fabbricazione del Molo, della Darsena e dell' Acquedotto. Cose più incredibili che maravigliose, ad uomini inariditi nell'egoismo delle società moderne, se la storia, con ripetuti esempi, non dimostrasse quanto l'amore del bene comune e il vivo sentimento dell'orgoglio nazionale ingrandisca e moltiplichi le forze d'un popolo. Non produsse una flotta cosi potente quegli effetti che il numero e l'entusiasmo sembravano promettere. Attesi per qualche tempo i Veneziani in Sicilia, e non vedutili comparire, come era l'obbligazione della sfida, l'inverno sopravveniente forzò la flotta genovese a ritornare nel porto.
      Era la gioia delle vittorie precedenti stata solennizzata con una generale pacificazione fra i Guelfi e i Ghibellini. Jacopo da Varagine arcivescovo, accurato raccoglitore delle cronache della sua patria, e dotato di quella carità, la quale ama diffondersi nella vita operativa, era stato il principale strumento di questa conciliazione. Per renderla più duratura avea celebrato que-sf atto con le insinuazioni della parola evangelica e gli apparati solenni della religione, potentissimi sulle plebi immaginose e credenti. Pure i rancori non erano spenti, e poco dopo i Guelfi capitanati dai Fieschi e dai Grimaldi, i Ghibellini dagli Spinola e dai Doria, insanguinavano nuovamente le vie delia città con una lotta feroce che durò sette giorni. Molti furono
     


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

Pagina (163/637)






Consiglio Credenza Oberto Eoria Genova Molo Darsena Acquedotto Veneziani Sicilia Guelfi Ghibellini Varagine Guelfi Fieschi Grimaldi Ghibellini Spinola Doria Jacopo