Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      448 STORIAC'i spenti in questa strage civile; fra i principali, uno dei Castelli, uno Spi* noia, uno de' Mari ed uno de' Marini. Nel furore della mischia parecchi fra i più nobili edilìzi della città insieme col tetto della chiesa di S. Lorenzo furono arsi. Prevalsero finalmente i Ghibellini: i vinti furono espulsi; il podestà e capitano forestiero licenziato (4296); Corrado Doria e Corrado Spinola entrarono in sua vece al governo. Jacopo di Varagine consolò la sciagura che non avea potuto impedire, sovvenendo a proprie spese coloro che più ne aveano sofferto.
      Profittarono i Veneziani di queste discordie: Giovanni Soranzo distruggeva con ventisei navi la florida colonia di Gaffa; Ruggero Morosini, entrato dopo di lui nel mar di Marmora con settantacinque navi, minacciava il borgo genovese di Pera. L'imperatore Andronico, il quale si era proposto di rimanere neutrale, reclamò, ma non fu ascoltato; allora accolti i fuggenti da Pera, in Costantinopoli, faceva imprigionare tutti i Veneziani che vi si trovavano. Il Morosini, entrato nel sobborgo indifeso, lo pose a sacco; con* temporaneamente Andrea Dandolo e Matteo Quirino, l'uno con quaranta, l'altro con quindici galere, scorrendo dappertutto, si affaticavano ad arrecare ai loro nemici il maggior danno possibile. Genova, priva di tanti ri* putali cittadini cacciati in esilio, col resto del popolo malcontento, mirava impassibile tutta questa rovina.
      Era Corrado Doria non bene accetto alle moltitudini : consigliato da' suoi a dimettersi dal capitanato, aveva, come ultimo tentativo per conciliarsi la plebe, confermata per legge, con attribuzione di amministrar la giustizia, la magistratura degli abbati, creata spontaneamente dal popolo che trovava in essa una difesa contro la superbia dei grandi e le parzialità dell'autorità regolare. Non ottenendo gli effetti desiderati, Corrado si ritirò, egli fu sostituito Lamba Doria, uomo riputato per virtù ed intrepidezza, e assai bene accetto al popolo.
      Ristabilita la fiducia, si affrettarono le ciurme ad empir le galere. Lo Spinola ne cedo di buon grado il comando a Lamba, il quale con ottantacinque vele entrò direttamente nell'Adriatico. S'incontrava ben presto nell'armata veneziana composta di novantotto galere e comandata da Andrea Dandolo. Per molti giorni schivò il Genovese la battaglia presentata ripetutamente dal nemico, finché con abili movimenti non si fu ridotto nello stretto mare chiuso fra l'isole di Curzola, Meleda e Lugosta, dove a lui,
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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