Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
150 STORIA DI GENOVAdifettose instituzioni municipali, facendoli deboli e discordi all'interno, rendevano difficile la conquista, ed impossibile la conservazione del conquistato. In commemorazione di questa vittoria decretò il parlamento che ogni anno F 8 di settembre dovesse la signoria presentare un manto d'oro alla Vergine nella chiesa di S. Matteo; a Lamba Doria si innalzasse un palazzo con una statua avanti ad esso a pubbliche spese.
La battaglia di Curzola, mentre abbattè l'orgoglio veneziano, tolse ai Pisani ogni speranza di rilevarsi. Mandarono adunque i due popoli chiedendo pace, la quale fu accordata per ventisette anni ai Veneziani con queste condizioni: restituzione reciproca dei prigionieri, rifacimento dei danni cagionati alle colonie d'Oriente, facoltà ad essi di offendere P imperatore greco, e ai Genovesi di difenderlo, senza che ciò potesse recar pregiudizio all'amicizia tra le due repubbliche. Ai Pisani fu proibito di navigare per venticinque anni con navi armate; rinunziarono alle loro ragioni sopra la Corsica; cederono le città di Torres e di Cagliari in Sardegna, e ti obbligarono a non navigare oltre la Sardegna e Acquemorte in Provenza, finché non avessero pagate centosessanta mila genovine.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (166/637)
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