Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 153
facendo sorprendere ed arrestare in Anagni per mezzo di emissarii il pontefice, che, sebbene fosse liberato quasi subito per opera di Luca Fieschi cardinale, pure ebbe tanta paura, che sopravvisse pochi giorni a questo attentato.
Opizino Spinola, pronto ad appigliarsi ad ogni partito che lusingasse il suo ansor proprio, e ne favorisse V ambizione, era riuscito a stringere matrimonio tra sua figlia e Teodoro secondogenito dell' imperatore di Costantinopoli, successo per ragioni di parentela al marchese di Monferrato morto senza figli. Ai Doria, che da qualche tempo riguardavano con occhio geloso la crescente potenza dello Spinola, dispiacque questo fatto; ed accordatisi con gli altri nomici di Opizino, i quali erano molti, e son sempre in proporzione del grado che tieni o del timore che inspiri, si levarono in armi contro gli Spinola. Avuta la peggio, esularono, eccetto Bernabò Doria, che, mantenutosi fermo nell' antica amicizia, fu il giorno seguente dal parlamento eletto capitano insieme con Opizino (1306). I Doria, stati tanto tempo insieme con gli Spinola capi del partito ghibellino, divenuti ora subitamente Guelfi e cacciati, si unirono con i Fieschi e i Grimaldi; assaltarono Turteia ed One-glia in ponente, ed essendosi mosso per ricacciarli Bernabò Doria capitano, si intavolarono delle trattative'di pace fra le due parti, onde ai fuorusciti, dopo che ebbero giurata fedeltà ai capitani, fu concesso di rimpatriare (1302).
Non cessarono però i Guelfi di brigare, onde abbassare la fazione contraria, ma non potendo contrastarle apertamente, si sforzavano di staccare Bernabò Doria da Opizino. A persuasione di costoro, trattava il Doria e concludeva il matrimonio tra sua figlia e ti marchese di Saluzzo. Ora pretendendo questi al Monferrato, e però essendo nemico personale del marchese Teodoro e del suocero Opizino, per gli aiuti del quale si manteneva nel possesso del nuovo Stato, lo stringer parentado col saluzzese era per Bernabò una dichiarazione indiretta di guerra contro lo Spinola. Se n' accorse Opizino, e dissimulando aspettava l'opportunità di combattere a viso aperto i suoi nemici, i quali levatisi in armi, quando parve loro di essere forti abbastanza, furono di nuovo cacciati da' capitani. Privo dell'appoggio dei suoi, non tardò Bernabò ad essere vittima della frode del suo collega. Un giorno protestando Opizino di non avervi alcuna parte, Odoardo suo zio levò il popolo a rumore contro il Doria, che, tolto dal reggimento, fu imprigionato nel palazzo del Comune, ove risiedeva l'abate. Riuscito però ad eva-
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (169/637)
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