Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      DI GENOVA 175
      Lasciando l'imperatore Genova (1312), era rimasto al governo della città, in qualità di suo vicario, Uguccione della Faggiuola aretino. Avanti che costui avesse potuto far prova dell' animo suo fiero ed ambizioso, la notizia della morte dell'imperatore, e l'averlo eletto i Pisani a loro capitano, lo fe' accorrere in Toscana, dove tenne dritta con valore singolare la parte dei Ghibellini. La partenza di Uguccione lasciò lo stato della repubblica incerto e soggetto nuovamente .alle discordie cittadine. Il governo, rimasto in mano dei Ghibellini, era diviso fra gli Spinola e i Doria; ma gli odii di qoeste due potenti famiglie erano troppo radicati, perchè le cose durassero lungamente in questa forma. Un fatto, di piccolissima importanza per sè, bastò a far prorompere gli sdegni mal celati.
      Erano nel borgo di Rapallo (1314) i Della Torre amici dei Doria, e i Marchioni amici degli Spinola, in discordia fra loro. Sul punto di venire alle mani, chiesero le due contrarie famiglie di Rapallo soccorso dai loro partigiani di Genova, che non tardarono a mandare contemporaneamente ciascuno una banda d' armati. Ma quei cittadini, i quali conoscevano quanto pericolo di nuove guerre domestiche minacciavano queste indirette ostilità, ottennero che le due bande fossero richiamate indietro avanti che lo scopo della loro mossa fosse raggiunto. Sventuratamente sull' entrare in città i reduci si combinarono assieme, e bastò il grido di viva i Doria e muoiano gli Spinola, proferito da Cattaneo Doria capitano dell'una banda, perchè i soldati d'amendue le parti, cavate le spade, si mescolassero ferocemente in una zuffa sanguinosa. Sparsasi per la città la nuova del combattimento alla porta di S. Andrea, si ridestò P incendio delle ire civili con la rapidità della folgore, e per ventiquattro giorni continui, per le vie, nelle piazze, dalle torri, fu un menar di mani incessante fra i Doria, gli Spinola e i loro reciproci aderenti.
      Finalmente le cose sembravano quietate più per istanchezza, che per il cessare degli sdegni;, quando gli Spinola, riprese le armi, assalirono all'improvviso, verso l'ora della cena, i Doria nelle loro case sulla Piazza di S. Matteo. Accorrevano di nuovo i loro partigiani Guelfi, ingrossati da molti Ghibellini, e si rinnovava una zuffa ancora più micidiale della prima, la quale finiva con la peggio degli Spinola, che erano cacciati dalla città. Si ritrassero a Busalla; Domenico Doria mandato con numerosa oste per snidarli, fu rotto e morto con molti de' suoi fra Arquata e Serravalle; un'altra
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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