Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
470 STORIAFiorentini invaso con numerosa oste il territorio lucchese, non rattenuta nò da preghiere, nò da offerte degli assedianti, li abbandonò con tutti i suoi per accorrere alla difesa del proprio Slato (1321). Di più la morte di Matteo Visconti avendo fatto accorrere in Lombardia il suo figlio Marco, le genti ghibelline si trovarono cosi sceme al maggior uopo di un altro valoroso generale.
Non mancarono i Guelfi di profittare di questi svantaggi dei loro avversari, e radunata quanta gente più poterono, uscirono il 17 fehbraio 1323 allo spuntar del giorno incamminandosi all'assalto delle fortezze ghibelline sul monte Peraldo. Sorpresi gli assedianti, ma non scoraggiti, suonarono a stormo per annunziare il pericolo da cui erano minacciati ai loro commilitoni alloggiati nel borgo di Prè, i quali, accorsi celeremente, dopo una zuffa sanguinosa erano sul punto di ributtare i Guelfi in città, se nuovi rinforzi di gente fresca, sopraggiunti in soccorso di questi ultimi, non avessero decisa la fortuna della giornata in loro favore. Occuparono i vincitori le conquistate torri del monte Peraldo; i vinti, abbattuti da tante perdite, sgombrato frettolosamente il borgo di Pre, si ritrassero fuggitivi a Voltri. La preda trovata nei luoghi abbandonati dai Ghibellini fu immensa, ascendendo a più di ventimila libbre d'argento : usarono i Guelfi più temperatamente della vittoria che altra volta; le donne e le persone dei Ghibellini non riusciti a sottrarsi con la fuga, furono rispettate, parte dei prigionieri riscattati, parte rilasciati; le processioni e le feste religiose non mancarono.
Stando in questo modo le cose, papa Giovanni, o che gli dolesse che una città già così benemerita della chiesa fosse ora contristata dalla effusione di tanto sangue dei suoi figli, o che temesse che le discordie genovesi non accrescessero la potenza di Roberto di Napoli, dell' autorità del quale in Italia era geloso, quantunque la favorisse, tentò una conciliazione. Mandò ciascuna delle due parti ambasciatori in Avignone; ma dopo molte recriminazioni d'ambo i lati, non fu nulla concluso; imperocché gli odii fossero ancora troppo freschi e le ferite troppo sanguinanti.
Un atroce fatto* avvenuto in Oriente cresceva P esasperazione. 11 furore delle parti essendo passato dalla capitale nelle colonie e fra i Genovesi di Costantinopoli, spedivano i Guelfi a quella volta dieci navi onde sostenere i suoi. Trovati a Pera prevalenti i Ghibellini, le navi guelfe entrarono nel Mar Nero ed approdarono a Sinope posseduta dai Turchi e retta da un loro sultano o Zelebi.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (186/637)
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