Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA
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eccetto i beni privati ai vincitori. Morto Jacopo II d' Aragona, dispiaceva ad Alfonso li di non avere intieramente la Sardegna. I tumulti seguiti in Sassari gli fornivano il pretesto di cacciare dalla città tutti gli abitanti italiani che vi risiedevano per ragione di commercio, insieme con gli stessi Sardi per sostituirvi una colonia di Spagnuoli. La perdita di Sassari, tolta ai Serra, ammoniva gli altri feudatarii della fede che meritavano le proteste di amicizia e la riconoscenza di Alfonso; per lo che, stimolati a provvedere alla propria sicurezza dall'urgenza del pericolo, mandarono a Genova chiedendo soccorsi al luogotenente del re, e ai loro parenti tornati in istaio.
La necessità di conservare un' isola, tanto vantaggiosa al loro commercio, l'irritazione per molte offese recale alle navi genovesi dalle catalane, le quali di recente aveano dato il guasto a Mentono, e tentato d'impadronirsi di Monaco ; di più, il desiderio di mostrare con gli effetti la veracità della conciliazione fatta, persuasero facilmente i cittadini ed il vicario, il quale era anche spinto dall' odio inveterato fra la casa di Aragona e quella d' Angiò, a porgere orecchio alle preghiere dei signori di Sardegna. Decretata la guerra, te mandato ad intimarla ad Alfonso d'Aragona Antonio Grimaldi (1332), il quale die' tosto principio alle ostilità, guastando il paese nemico, predando tutti i navigli catalani che gli occorsero, e ponendo in fuga, nelle acque di Maiorca, una flotta di quaranta galere, che non potò raggiungere, a motivo detta notte e della tempesta sopravvenuta.
Ottobono De Marini e Giannotto Cicala, mandati successivamente verso la Catalogna, ciascuno con dieci navi, seguitavano la guerra nel medesimo modo del Grimaldi, mentre Raimondo di Cardona, capitano generale del re in Sardegna, corseggiando lungo le coste della Liguria con quaranta navi, vi pro-doceva i medesimi guasti operati dagli avversarti sulle coste di Spagna e alle Baleari. Ma queste rappresaglie costarono care al capitano di Spagna, poiché i Genovesi, approfittando della sua assenza dalla Sardegna, approdarono all'isola, e congiuntisi a quei di Sassari, ritolsero (1333) Terranova, Castel Pedro, Alghero ed Oliva. Otteneva un altro brillante successo Saluzzo Di Negro. Spedito in Sardegna con dieci galere, seppe che quattro grosse navi erano pronte a far vela dalla Spagna con rinforzi di truppe per l'isola. Si poneva il capitano genovese ad incrociare nelle acque, per cui sapeva le navi catalane doveano passare, finché comparse in vista, die' loro^ooQie
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (191/637)
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