Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      176 stori a di genovala caccia per lungo tempo invano per cagione del mare tempestoso e della velocità dei legni catalani. Imbizzarrito il Di Negro nella risoluzione di combatterle, gittò in mare tutto il carico e le vettovaglie, non lasciando altra alternativa ai suoi che il raggiungere il nemico o perire. Alle ciurme, che gli chiedevano vitto e bevande, rispondeva che sulle navi nemiche avrebbero trovate abbondanti provvisioni, e che però era necessario superarle. Dopo un perseguitare accanito, i Catalani furono raggiunti, e le navi prese per forza dopo un fiero combattimento. Di milleottocento combattenti ed ottanta nobili cavalieri, che montavano le navi conquistate, soli trecento furono portati prigionieri in Genova; degli altri, ottocento furono uccisi nella mischia, grandissima quantità furono lasciati in Sardegna feriti malamente. Si die' ogni cura il Di Negro, perchè fossero rispettate molte gentildonne catalane, che seguitavano sulle navi i loro mariti in Sardegna; ad onta di ciò, uno dei cavalieri, geloso dell' onore della moglie, ch'era bellissima, le passò il cuore con un pugnale. Condotto dinanzi al Di Negro, e rivelata la cagione che lo avea spinto a commettere il feroce atto, fu da quello rimproverato acerbamente dell' ingiuria fatta alla nazione genovese, stimando capace i di lei cittadini di abusare, cosi indegnamente, dell' altrui sventura. Ordinava quindi che fosse al colpevole mozzata la testa, affinchè il fatto di costui ritenesse gli altri dal commettere simili eccessi.
      Non appena il vincitore era ritornato a Genova, quando le continue scorrerie dei Catalani, che barbaramente aveano fatto morire sulle forche gran parte dell'equipaggio di sei galere genovesi venute in loro mano, lo costrinsero a riporsi in mare. Ben tosto i navigli nemici furono raggiunti, presi, e le prede fatte tolte loro. Quattro altre navi che sopravvennero nel girare la Sardegna al Genovese, tanto repentinamente che appena i suoi ebbero tempo di trar le armi di sotto coverta, furono ad onta di ciò valorosamente combattute e conquistate, con la morte di cinquecentosessanta nemici e centoquaranta prigioni. Il capitano catalano, che avea inferocito contro i marinari delle sei galere, portato in Sardegna, fu impiccato aquelle medesime forche ch'egli stesso avea fatte innalzare (1334).
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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