Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      178 STORIAsivo, revocalo il Gambacessa, gli sostituì Bulgaro da Tolentino, uomo astuto e d'indole tutta contraria a quella del suo predecessore.
      La venuta di costui (1334) dispiacque grandemente ai Ghibellini che ne sospettavano le intenzioni; indi nacquero nella città dei mormorii, che, rimescolando il fuoco nascosto sotto la cenere, inasprirono grandemente i Guelfi, ed alcuni di essi, levatisi in armi, assaltarono la famiglia degli Imperiali. Ciò bastò per mettere a rumore tutta la città. 11 Bulgaro era coi Guelfi; onde i Ghibellini, sbarrate le contrade di Soziglia e di S. Matteo, vi si afforzarono aspettando gli aiuti che aveano tosto sollecitati da Savona, città loro amicissima, come abbiamo veduto narrando i successi dell' ultima guerra civile. Giunti i Ghibellini di Savona sopra otto galere e molti altri legni sottili, e superati gli avversami che contrastavano l'ingresso nel porto, si riunirono a' loro compagni; onde i Guelfi e il vicario, cacciati di quartiere in quartiere, perderono tutta la città.
      Fu ammirabile la condotta tenuta, in questi miserabili conflitti, dai Sai-vaghi, famiglia potentissima allora in Genova sovra ogni altra, per influenze, per numero, per ricchezze e clientele. Adescati da ciascuna delle fazioni a dichiararsi in favore di essa, sdegnarono, quantunque Guelfi, di prender parte alla mischia cittadina, e se non riuscirono ad interromperla, quantunque vi si adoperassero con molto calore, ottennero però che i vincitori si astenessero dal sangue, dalle rapine, dalle confische, dagli esigli; eccessi che aveano reso tanto più miserabile V esito de' tumulti trascorsi. Bulgaro da Tolentino fu allontanato insieme con i soldati della sua banda; e il parlamento adunato dichiarava cessata la signoria di Roberto di Napoli sovra la repubblica; eleggeva a capitani del popolo Raffaello Doria e Galeotto Spinola di Luculo, con un consiglio di ventiquattro anziani, metà nobili, metà popolani, un podestà che giudicasse le liti, e un abate del popolo.
      Due anni dopo, essendo spirato il termine assegnato alla magistratura dei capitani, fu loro riconfermato l'ufficio ancora per tre anni, per comune consenso dei nobili e dei popolani, i quali mostrarono la fiducia che avevano nei loro rettori, dando ad essi il mero e misto imperio con la facoltà di eleggere l'abate del popolo, prima assegnata a venti deputati dalla plebe, ed un vicario dottor di legge, dipendente direttamente da loro, in surrogazione del podestà abolito. Molti Guelfi, mansuefatti dalla moderazione dei Ghibellini, profittarono del permesso di rimanere in città, e si riunirono
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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