Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA
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cevano prova di placare la moltitudine con modi e parole conciliatrici. Ma questi tentativi sortirono un effetto contrario, perchè i marinari maggiormente irritati dalla vista e dalle armi di coloro che riguardavano come nemici capitali, unitisi ai popolani assaltarono Odoardo e la sua brigata, e presa per forza la torre del palazzo di Savona, dove si era ridotto per far testa a quel primo impeto, fecero prigione lui con gran parte dei nobili. Poi, scelti due uomini del popolo, li misero al governo della città con quaranta consiglieri, presi metà fra gli artigiani metà fra i marinari.
L'agitazione che, come abbiamo veduto, si era diffusa nelle due valli fra cui giace la capitale, non tardò a penetrare in Genova (1339) colla fama delle cose di Savona, e a destarvi una sorda commozione fondata sopra varie cause di disgusto fra la plebe e i reggitori, specialmente per la facoltà accordata ultimamente ai capitani di eleggere essi stessi 1' abate del popolo. Protestavano quelli delle valli e i popolani riuniti contro questa maniera d'elezione, e chiedevano minacciosamente che fosse restituita sotto l'antica forma alla plebe. 1 capitani, quantunque di mala voglia, per ischivare un male maggiore, consentirono, e fu stabilito che venti scelti fra i popolani e i vallesani si sarebbero riuniti a creare il nuovo abate.
Al di prefisso all'elezione, e mentre i deputati attendevano nel palazzo pubblico all' adempimento del loro ufficio, era grande l'agitazione e l'espet-tativa del popolo adunato in gran numero sulla piazza; finché, intollerante del prolungarsi della deliberazione, proruppe in mormorii e in grida di malcontento. In questo mezzo un artigiano di professione battiloro, uomo di cervello balzano, sorto in mezzo alla moltitudine, chiese di poter proporre un mezzo di salvezza comune. Nacque un gridare misto di sì e di no, e i più schernivano Y insolito arringatore, finché ristabilitasi un poco di quiete ed essendo 1' artigiano rinfrancato da' suoi approvatoli, sclamò : parlerò ad ogni modo: sia abate Simonino Boccanegra. Uno scoppio di applausi e di evviva accolse la proposta di un nome caro al popolo per antiche e recenti simpatie, poiché discendeva da quel Lanfranco, fratello del primo capitano del popolo stato ucciso dai nobili in Fossatello, ed a lui stesso nato di famiglia popolana dava riputazione Y origine e l'essere dispregiatore della nobiltà.
Adunque Simonino, che si era mescolato fra la moltitudine per conoscere il resultato dell' elezione, levato sulle braccia dai più infervorati, e armato
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (197/637)
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