Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
186 STORIAnacciavano le colonie della repubblica (1344). lchanisbek, signore di questi ultimi, e gran Khan della Tana, irritato per una disputa seguita fra un suo suddito ed un genovese, nella quale il primo era rimasto ucciso, dopo aver cacciati i Veneziani e gli altri commercianti italiani dalla Tana, avea intimato ai coloni di Gaffa, sgombrassero il paese. Risposero i coloni con accrescere le fortificazioni che difendevano la città, e col prepararsi alla guerra; cosicché quando l'esercito tartaro, numerosissimo, giunse sotto le mura, dopo aver sofferto grandi perdite in inutili tentativi di prenderla per forza, fu costretto a convertire l'assalto in assedio.
Quei di Caffa intanto, padroni del mare, scorrevano le coste nemiche, depredando e guastando tutto ciò che loro capitava alle mani, finché, presentatasi 1' occasione favorevole, uscirono una notte dalla città, e irrompendo con estremo valore contro gli assedianti, dopo averne uccisi meglio che cinquemila, gli altri posero in fuga, e l'assedio fu sciolto. Questa dura lezione facendo piegare il Khan a pensieri di pace, mandò ambasciatori ai valorosi di Caffa, chiedendo un accordo, ma avendo risposto quelli, non essere in loro facoltà di stringerlo, come dipendenti dal gran Comune, cioè da Genova, a cui si era recata offesa nei suoi coloni, si piegò il superbo tartaro a spedirvi una solenne ambasceria, che eccitò, per qualche tempo, una straordinaria curiosità fra i cittadini, nelle donne specialmente. Accolta graziosamente dal doge, ottenne la pace richiesta, a patto che fossero rifatte ai coloni di Caffa le spese della guerra.
Neil' istesso anno fu composta una vertenza insorta tra la repubblica e il re Odoardo III d'Inghilterra, il quale, dopo la vittoria della Schiusa ottenuta contro i Francesi, irritato per i soccorsi inviati dai Genovesi, avea fatto depredare sei navi in rotta per la Fiandra, quantunque munite di salvocon-dotto fiammingo e di Nicolò Usodimare, allora contestabile e viceammiraglio del re. Ai reclami del doge si mostrò l'Inglese molto premuroso di riparare l'ingiuria fatta, e dopo varii avvolgimenti, per opera di Nico-lino Fieschi, uomo abile e usato dal re in molte delicate missioni, fu ristabilita la buona intelligenza fra i due Stati.
Riusci ugualmente felice un'impresa tentata in questo medesimo tempo contro i Turchi per riprendere la città di Smirne, che, donata precedentemente ai Genovesi dal Paleologo per aver essi cooperato alla sua ristorazione, era poi ricaduta in mano degli Ottomani possessori allora di tutta l'Asia
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (202/637)
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