Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 233
e tre navi grosse. Per tirare più facilmente il nemico a battaglia con di-mostrarsi debole di forze, il Genovese appostate sette galere dietro la punta di Promontore si allargò in vista dalla riva con quindici. Al comparire degli avversarii, Vettore Pisani, radunato il consiglio, era contrario al combattere perchè in caso di una sconfitta rimanendo scoperta la capitale, non erano i vantaggi della vittoria paragonabili al pericolo; ma P opinione dei più prevalendo alla sua, sciolse l'adunanza esclamando: Chi vuol bene a San Marco mi segua; e asceso con 'gli altri uscirono dal porto contro l'inimico. Fu la battaglia stretta e micidiale; Luciano che nel folto della mischia si era alzata la visiera dell'elmetto, moriva istantaneamente percosso nel viso da un colpo di lancia. Questo doloroso avvenimento, per 1' autorità dell' ucciso e P amore grandissimo che i suoi gli portavano, poteva avere conseguenze fatali, ma gli uffiziali che circondavano il capitano le prevennero vestendo un altro dei suoi abiti. Le sette galere poste in aguato assalendo alle spalle le navi veneziane decisero del destino della battaglia. In meno di due ore di lotta accanita, la flotta nemica era pienamente sconfitta; quindici navi veneziane furon prese, e fatti duemila dugento prigionieri.
Vettore Pisani sfuggito all'eccidio della sua armata con sette navi, giunto
»
a Venezia, fu nell'impeto del dolore gittato in carcere con gli altri scampati; Ambrogio Doria a cui fu dato provvisoriamente il governo della flotta, finché non fosse mandato dalla capitale un nuovo capitano, ritornò a Zara, dove a ottocento soldati di ventura trovati fra i prigioni fu mozzata la testa barbaramente. Pochi giorni dopo, la flotta genovese uscita di Zara, si presentava avanti Venezia, e predata una grossa nave carica di mercanzie di gran valore, sotto gli oxhi stessi di quei cittadini, ne accresceva il dolore e il terrore, trascinando sull'onde per spregio le conquistate bandiere di S. Marco.
A Genova nel primo entusiasmo cagionato da un successo cosi fortunato, si sollevarono gli animi fino alla speranza di impadronirsi di Venezia. Fu consacrata in S. Giorgio una cappella a S. Giovanni da visitarsi annualmente dai magistrati nel giorno in cui segui la battaglia col solito dono di un pallio d'oro. Al morto Luciano per decreto dei due consigli e del Doge fu sostituito nel comando della flotta Pietro Doria, uomo abile e coraggioso ma arrogante ed ostinato, il quale in cospetto dei magistrati, del clero e del popolo plaudente, parti nell' istesso mese di maggio per l'Adriatico
30
| |
Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
|
Pagina (249/637)
|
Genovese Promontore Vettore Pisani San Marco Luciano Pisani Ambrogio Doria Zara Zara Venezia S. Marco Genova Venezia S. Giorgio S. Giovanni Luciano Doge Pietro Doria Adriatico Marco Giorgio Giovanni
|