Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 239
La Colonia di Pera era anche essa minacciala dagli intrighi dei Veneziani. Andronico era durato poco sul trono di Costantinopoli; un ciarlatano aveva aperta a Giovanni suo padre la prigione di Anema e questi si era ritirato presso il turco Amurat. I due pretendenti allora si rimisero all'arbitrio del più* feroce nemico dell' impero, il quale allettato da maggior offerta di tributo, e dalla cessione di Filadelfia unica città che rimanesse in Asia ai decaduti signori di Costantinopoli, pronunziò in favore di Giovanni; Andronico ebbe il principato di Rodosto in Tracia. Allora per la partenza di Antonio Stroppa, che trattenutosi per qualche tempo a Costantinopoli dopo l'impresa mal riuscita di Tenedo era ritornato a Genova, rimanendo Pera quasi sguernita Giovanni deliberò di far pentire i Coloni per aver favorito la parte di Andronico. Con i denari imprestatigli dai Veneziani l'imperatore assoldava Turchi, Bulgari ed altre genti, assediava con esse Pera mentre Carlo Zeno alle bocche del Bosforo intraprendeva ogni nave carica di merci o di vettovaglie che appartenesse ai Coloni. Per eccitare la carestia, fu deciso che mentre Luciano di Negro Potestà provvederebbe alla difesa delle mura Niccolò De Marchi valente marino procurerebbe di arrestare con una fusta armata i carichi di grano destinati per Costantinopoli. I Greci avuto sentore di questi disegni mandarono una grossa galera con trecento uomini di equipaggio, e di più due galere sottili a scorta delle onerarie ; ma il De Marchi non perdutosi d'animo per questo, aggiunge alla sua fusta un' altra galera armata celeremente, inferiore di forze ma superiore in abilità e in coraggio, assalta il convoglio Greco, conquista all'abbordaggio la nave grossa, e preda le minori sotto le mura stesse di Costantinopoli. L'imperatore spaventato chiese allora la pace; e il De Marchi ebbe in premio da suoi cento iper-peri annui e l'esenzione dalle gabelle.
Neil'istesso tempo Caffa passava da una guerra pericolosa alla conclusione di una pace onorevole. Marnai Kan del Kaptciak, irritato contro i Coloni perchè avean ricusato di assisterlo in una guerra contro i Russi, spediva ai loro danni il Bei di Solcati, che entrato sul territorio genovese vi distruggeva diciotto villaggi. Poco dopo Marnai stesso detronizzato da Tockta-misch discendente di Gengiskan, avendo cercato rifugio in Caffa era ingenerosamente condannato a morte, parte per vendetta parte per acquistare i favori del nuovo Kan. Questi allora spedi nella capitale della Colonia lo stesso Bei di Solcati a concludere son Giannone del Bosco console, Teramo
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (255/637)
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