Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      240 STORI APichenotti e Bernabò Ricci sindaci, un trattato di pace in cui si stabiliva, che i Franchi residenti in Caffa fossero leali e fedeli verso V imperatore, un ufficiale di questi vi riscotesse i diritti dell'impero, si restituisse ai Coloni il territorio tolto con soprapiù quello della Gorizia, ai mercanti genovesi non fossero imposte nuove gabelle.
      Dopo aver dato un colpo d'occhio rapido ai fatti contemporanei alla guerra di Chioggia ritorneremo nell' Adriatico ove si stanno discutendo i supremi destini di una Repubblica potentissima. La diversità delle opinioni fra il Carrara e Pietro Doria intorno al piano di guerra da seguitarsi dopo la presa di Chioggia, ne aveva intiepidita la buona armonia. Proponeva molto saviamente il Carrara, che lasciato nn presidio sufficiente a Chioggia, la flotta genovese uscisse ad incrociare nell' Adriatico onde tagliare il passo alle galere dello Zeno, che il Senato in tanto pericolo della capitale avea richiamato da Candia e nel cui ritomo i Veneziani riponevano l'nltima speranza della loro salute. Tagliata cosi la via di mare ai soccorsi e alle vettovaglie, i tre eserciti d'Ungheria, di Aquileia e di Padova avrebbero impediti i viveri da quella di terra, con l'occupare le terre e il paese posto a settentrione e a occidente della città, dalle foci dell'Adige a quelle della Piave. Ma il consiglio del Carrara non fu seguitato, perchè temendo Pietro Doria e i suoi, che il Signor di Padova li volesse allontanare da Chioggia per insignorirsene lui, e profittare delle ricche saline che sono presso la città, detenne il nucleo della flotta nelle lagune, e spedi alcune delle più leggere a spalleggiare l'esercito del Carrarese che si impadroni facilmente di tutto il paese marittimo posto fra l'imboccatura della Brenta, e quella dell'Adige.
      Dalla banda di tramontana, Carlo duca di Durazzo, con l'esercito ungherese e Francesco Novello, successo nel comando delle genti di Padova a Francesco il vecchio suo padre, stringevano Treviso d'assedio. Questa era vicina ad arrendersi per fame, quando la discordia insorta fra i due giovani •capi dell'esercito, nissuno dei quali volea sottostare alla autorità dell'altro, offrì occasione ai Veneziani di introdurvi vettovaglie.
      11 Doria che avea sperato nella caduta di Treviso, la quale sola forniva ancora di qualche provvista Venezia, vedendo dilazionata la resa, deliberò di attaccare la capitale più da vicino. Uscito con trentatre galere da Chioggia assaltava il porto di Malamocco. Le barricate della bocca furono sfor-
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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