Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
S T 0 H I Anovesi non smarriti dal subito arrivo dei nemici gli assaltarono. Il forte non essendo ancora in punto per resistere, fu preso, i Veneziani ricacciati vigorosamente, parte risalirono le navi, parte fecero testa entro la torre di una grossa cocca che era stata ancorata attraverso 1' entrata del porto. Ma i Genovesi procedendo col medesimo impeto attaccarono con sette galere la cocca, se ne impadronirono, e nella irriflessione della vittoria vi appiccarono il fuoco. La nave poiché fu bruciata fino al livello dell'acqua sprofondò; nè i Genovesi si accorsero dell'errore commesso se non quando volendo perseguitare i nemici trovarono che il carcame della cocca affondata impediva alle loro navi l'uscita del porto.
Non furon tardi i Veneziani ad approfittare di questo vantaggio e ritornando poco dopo dal lato del mare che era rimasto libero a loro con l'affondare di altre navi chiusero definitivamente l'entrata di Chioggia.
Così l'armata assediatrice genovese correva ora pericolo di rimanere essa stessa serrata nelle lagune, inabile a comunicare col mare e a valersi delle galere. Restava aperto ancora il porlo di Brondolo, ma Pietro Doria, il quale nel calore del successo riportato ultimamente non avvertiva l'importanza della cosa, non pensò ad assicurarsene l'uscita, finché Vettor Pisani seguendo il medesimo metodo non ebbe otturata anche quella unica via di scampo. 11 Barbarigo con i suoi ganzaroli tappava nell'istesso tempo tutti i canali che da Chioggia conducono alla terra ferma, e tagliava cosi la via ai rinforzi e ai viveri che potevano venire di Lombardia.
Tardi allora tentò il Doria di liberarsi dalla critica situazione, in cui prima la propria ostinazione, poi un caso impreveduto, e in fine l'avvedutezza dei suoi nemici in saperne profittare, lo avevan posto.
Per facilitare l'evasione dal lato di Brondolo, poiché quello di Chioggia era troppo fortificato, e troppo guardato dalla squadra del Contarmi che vi incrociava dinanzi di continuo, mandava primieramente ad occupare da una mano de' suoi e guerniva di numeresa artiglieria il Monastero di S. Biagio, che in fondo al lido di Chioggia piccola, sta a cavaiiero della bocca per cui intendeva di uscire. Poi con quindici galere sfilando per lo stretto canale che costeggia il lido compariva avanti il porto di Brondolo. Ma i Veneziani avuto sentore della cosa aveano preoccupato il lido di questo nome e piantatavi una batteria di ventidue bombarde sfolgoravano con esse il monastero sull'opposta riva e le navi che si attentavano a sboccare per il ca-
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (258/637)
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