Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
HI GENOVA
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In tulli i paesi interessativi si fece plauso alla pace con fesle solenni, in Venezia specialmente, la quale ferita al cuore, avea grandemente sofferto in questa guerra. Dopo tanti sforzi fatti per venire ad una conciliazione, un avvenimento impreveduto minacciava sul bel principio di disturbarla. I Coloni Veneziani di Tenedo, per i quali un' isola deserta si era trasformata in florida e popolosa, saputa la sorte che era riservata al magnifico castella che essi abitavano, ricusarono di consegnarlo ai commissari di Savoia; respinsero ugualmente l'istanze di Carlo Zeno che navigatovi per ordine della signoria, cercava di persuaderli, e proclamarono loro signore il castellano Zanacchi. I Genovesi dubitando che i Veneziani non procedessero di buona fede in questo fatto, furon sul punto di rinnovare la guerra, e intanto sequestrarono le mercanzie dei Fiorentini mallevadori. Ma i Veneziani stimolati da questi ultimi, mandarono prima ambasciatori a Firenze, a Torino, a Genova, a scusarsi di non aver parte nella resistenza di Tenedo; e poi ridussero per forza, non senza una lotta sanguinosa ed accanita, gli ostinali abitatori, rovinando il castello e lasciando l'isola sguernita e deserta come prima.
(1382) 1 prigionieri furon restituiti. Quelli Veneziani scemati di pochi, ma i Genovesi ridotti da settemila dugento a tremila ottocento cinquantasei. Perchč essendosi sparso falsamente per Venezia che a Genova i prigionieri eran maltrattati, il popolo era montato in furore, e il Senato per calmarlo fu costretto a ridurre per qualche tempo le razioni del vitto ai racchiusi e a proibire, che i forniti di danaro, come prima era loro permesso, viprovvedesser da sč. Non ostante, l'inumanitą degli uomini fu riparata dalla gentile pietą delle donne, le quali concorsero a gara coli' aiutare i sopravanzati alle carceri con ogni maniera di conforto e specialmente di vitto e di vesti.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (267/637)
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