Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      STORI Volio provveditori e imposti per compagni al doge nel governo dello Stato. 11 Montaldo era di questo numero e perchè metà dei provveditori dovea appartenere al popolo e metà alla plebe, egli si era fatto ascrìvere nel collegio dei notai allora compresi nelle classi artigiane. Gli Otto di provvigione poiché furono al governo, avendo perduta la smania delle agitazioni, intimarono che le adunanze si sciogliessero e ognuno ritornasse alle proprie case, ma si accorsero esser più facile il suscitare che il calmare le moltitudini , perchè gli assembramenti seguitavano, con le grida di viva il popolo e Anloniotto Adorno sia fatto doge. 11 Guarco ricorreva ad un altro mezzo; convocati i cittadini a parlamento, faceva bandire dall'araldo che coloro che lo avessero accetto come doge levassero la mano: in un istante tutti i bracci erano tesi.
      In questo mezzo l'arrivo innaspettato di Antoniotto Adorno, che bandito poco avanti dai sospetti del doge ritornava ora alla notizia di ciò che seguiva in Genova, rovesciava nuovamente tutto ciò che si era già operato per ottenere la quiete. Sebbene l'Adorno fosse fatto subito ripartire per Savona da quelli di provvisione, pure i seguaci di lui, avendo sparso ad arte sulla sua morte varie voci, alcune delle quali dicevano: che fosse affogato in mare, altre che fosse stato decapitato in palazzo; la plebe, a cui l'Adorno era carissimo, si rilevò in arme, chiedendo che fosse loro mostrato Antoniotto. Il Montaldo e gli altri suoi colleghi procuravano sul principio di ristabilire la quiete, con offrirsi garanti della salvezza del richiesto, ma quando seppero che il doge avea fatti introdurre in città quattrocento uomini armati dei suoi amici di Polcevera, temendo per se stessi, determinarono di rovesciare definitivamente F autorità del Guarco.
      L'Adomo fu richiamato in fretta, i suoi aderenti con quelli di Montaldo e di Pietro Fregoso, radunatisi in numero di tremila uomini, fra le grida incessanti di viva il popolo e di Antoniotto Adorno, assaltarono il palazzo. Dopo una mutua strage, essendo già appiccato il fuoco alle porte, il Guarco si rifuggiò per un passaggio sotterraneo in S. Lorenzo, poi a S. Ciorgio, e di là al Finale; la turba vincitrice invase F abbandonata sede ducale. Riunitisi un momento nel pericolo, gli emuli caporioni, appena si videro padroni del campo, si divisero di nuovo. 1/ Adorno, accompagnato dalla plebe, saliva agli apportamene ducali, e, installatosi sulla sedia curale, era proclamato doge; pochi, ma fra i più reputati cittadini, in un'altra stanza
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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