Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      andò a stabilire la sua residenza in Avignone: Urbano nemico della regina, perocché essa seguitasse le parti dell'antipapa e per desiderio di dare qnel regno a nn suo nipote, poiché vide le armi proprie non bastargli, suscitava quelle di Carlo Durazzo, nipote di Lodovico d'Ungheria. Conquistato il regno e fatta morire Giovanna, mentre il Durazzo tendeva a lottare contro Lodovico d'Angiò, che questa avea adottato per figlio, Urbano andava a Napoli, prima bene accolto, poi per 1' orgoglio intollerabile, per la smania di volersi impacciare degli altari dello Stato, per i maneggi all'ingrandimento del nipote, odiato dal nuovo reNe seguitò una aperta rottura: onde il papa lasciata Napoli fortiflcossi in Nocera feudo del nipote, dove era stretto d'assedio dall' esercito di Carlo Di là fece intendere per segreti messi al Doge, come fosse disposto a venire a Genova per istabilire ivi la sua residenza quando questi gli avesse somministrali i mezzi di trasferirvisi. L' Adorno il quale sperava che la presenza del papa avrebbe accresciuto nuovo lustro alla città, e che si lusingava con P autorità sua di comporre lo scisma, accettò di buon grado la proposta, e spedi Clemente di Facio con dieci galere verso la marina di Napoli. Urbano usci di Nocera protetto dalla scorta di tremila cavalli, condottigli da Ilaimondello Orsino, ed a Tommaso Sanseverino, si imbarcò sulla flotta all' imboccatura del Sele, e giunto a Genova prese stanza in S. Giovanni di Prè allora fuori della città.
      Conduceva seco sei cardinali incatenati, che egli accusava di congiura, perchè avevano letto con soddisfazione uno scritto di Cartolino di Piacenza leggista, nel quale si provava che i cardinali fossero in diritto, attesi i pazzi e malvagi portamenti del papa di porgli un curatore. Dopo avere subita una lunga prigionia a Nocera durante la quale avean dovuto confessare a forza di tormenti orribili il delitto di cui eran imputati, il papa li faceva ora guardare severamente nella sua stessa residenza. Invano il Doge e i principali cittadini si sforzarono di strappare le mitrate vittime alla feroce caparbietà del Vicario di Cristo, un' aggressione notturna tentata per liberare almeno Bartolomeo di Cogorno Cardinale Arcivescovo di Genova non ebbe miglior risultato. Ad onta della indignazione del popolo cinque cardinali furono strozzati in prigione, e poscia rinvolti in sacchi e gittati in mare ; il sesto, inglese ad istanza del suo re Riccardo II la scampò.
      V Adorno quantunque avesse il potere e il dovere di opporsi a questa
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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