Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      260 st 0 r i aferoce esecuzione violatrice delle leggi della umanità, della ospitalità e della repubblica, per colpevole deferenza alla autorità del papa e per la boriosa lusinga di essere scelto arbitro dello scisma, se ne astenne. Ma le premure fatte da lui a questo effetto furono ripetutamente respinte dall'altiero pontefice, il quale neppure volle mai uscire dalla Commenda che avea preso ad abitare, ad onta delle istanze fattegli dal doge perchè visitasse la città. Allora la buona armonia fra il capo della repubblica e quello della Chiesa fu rotta; e quest' ultimo arrabbiato contro 1' Adorno, arrabbiato contro il popolo, che non potendo avere F uccisore dei cardinali, pigliava i di lui servi a sassate, abbandonò Genova e si ritirò a Lucca. Avanti di partire avea impegnata alla repubblica la città di Corneto, in sicurtà delle spese fatte per l'armamento delle dieci galere spedite a liberarlo da Nocera, ma poscia trovando più spediente il dare di quel degli altri che del proprio, compensò il comune con alcuni castelli e borghi appartenenti alle mense vescovili di Albenga, di Noli e di Savona: nel popolo poi, una indulgenza plenaria', concessa a chi visitasse la chiesa di S. Lorenzo, il giorno della natività di S. Giovanni, fece dimenticare il dramma sanguinoso trascorso sotto i suoi occhi.
      L'Adorno vedendosi deluso rispetto ai disegni ambiziosi formati sulla residenza di Urbano a Genova, sentiva ora il bisogno di gittarsi in qualche altra impresa strepitosa, atta a contrabilanciare le brighe degli emuli già pullulanti, tanto più che gli uffici della città dandosi ai soli plebei, e di questi essendo composto il consiglio moderatore dei quindici anziani, l'invidia dei nobili e dei popolani grassi era cresciuta in proporzione della autorità dogale divenuta onnipotente.
      Le incursioni dei pirati affricani che cessate dai Saraceni in poi, ora aveano incominciato a rimolestare il Tirreno e anche il Ligustico con notabili danni del commercio, fornirono l'occasione.
      (1388) In anticipazione di una impresa più vasta, Raffaele Adorno, fratello del doge, con dodici galere, unitosi ad otto di Manfredi Chiaramonte, almirante di Sicilia, il quale ne avea prese cinque al soldo dai Pisani, si dirigeva verso le coste dell'Affrica, eseguiva uno sbarco nella piccola isola di Zerbi, situata nel golfo di Cabez, fra Tripoli e Tunisi, e se ne impadroniva con poca resistenza. La parte che toccava ai Genovesi fu venduta, attesa la difficoltà di potervisi mantenere, all'almirante per trentamila fiorini
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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