Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 275
reprimere un colpo di mano di qualche insurrezione popolare, furono condotte in giro al castelletto delle fortificazioni solidissime, munite di spessi torrioni, con dentro guarnigione francese. La darsena fu assicurata con un muro e con quattro torri. Ad insinuazione de' suoi confidenti Guelfi, il governatore fé' proibire le radunanze annue, tenute dalle corporazioni delle arti per P elezione dei consoli, perchè si temeva che, essendosi nelle commozioni trascorse mescolata la politica, non avessero a seguitare in questa via. Nonostante le arti vollero far prova di indipendenza, e radunatesi pro-cederono alla elezione. Ne seguitava, che P elezioni erano annullate, i caporioni del consiglio arrestati, due nobili e due popolari preposti alle corporazioni ad arbitrio del Bucicaldo.
Tali atti non mancarono di suscitare una indignazione sorda, della quale, non tenendo conto il governatore, tirava innanzi. Tolse il podestà italiano sostituendovene uno francese; i contumaci erano condannati a cinquantanni d'esilio, i cittadini e i vallesani dei dintorni, sotto qualche pretesto, furono disarmati. L'amor proprio nazionale si senti non lievemente offeso dal vedere sostituiti sulle bandiere, alle armi della repubblica, i gigli di Francia, e gli atti pubblici intitolati a nome del re, quasi si trattasse di una provincia assoggetlata con P armi, e non di uno stato libero, datosi spoDtanea-inente. Ad onta di ciò, la maggioranza dei cittadini si trovava d'accordo nel sostenere il governo, i cittadini grassi per gelosia fra di loro, i nobili per odio contro il regime popolare, alla plebe imponeva P energia del Bucicaldo, F integrità dei costumi e lo zelo religioso di lui, ascoltatore giornaliero di due messe. All' universale poi non dispiaceva il quietare un poco, dopo la tempesta delle discordie passale. Non si trascurava perciò di dargli delle manifestazioni di questo buon volere. Erano mandati in Francia due ambasciatori a chiedere al re che prolungasse a vita l'autorità del governatore; l'arrivo in Genova della moglie di lui era festeggiato con sfarzo d'abiti nuovi ai colori della nuova ospite, con un presente di due mila lire, e dalla riunione degli alberghi affrettatisi ad andarle incontro.
L'arrivo di Emanuello, imperatore di Costantinopoli, ramingo per l'Europa a cercare sostegni al suo trono cadente, era cagione d'allre feste. 11 Bucicaldo, legato al principe infelice per antichi servigi resi, e per la memoria di valorose gesta, operale in Oriente, ne era il principale promotore. Dopo elio Baiazet successe al Sultano Amurai, i signori di Bisanzio, ridotti^.ooQie
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (293/637)
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