Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      280 STORI ALa città di Beirut venne in sua mano, e i mussulmani che ci si trovavano dentro, passati a fil di spada. A Tripoli non fu ugualmente fortunato. Divisava di assaltare Alessandria il dì cui Soldano avea commesse violenze contro i mercanti genovesi stabilitivi, ma i venti e una malattia contratta dalle ciurme a Famagosta mietendogli le genti rapidamente, lo costrinsero a rinunziare al suo divisamelo e ripigliare la via di Genova.
      Fino dalla sua partenza di Cipro P andava seguitando l'armata dello Zeno composta di undici galere e due galeazze, quando essendosi congiunto alle navi di questo alcune altre uscite di Modone, tutta la flotta veneziana si approssimava subitamente alla Genovese, e l'investiva senza altra dimostrazione fra il porto di Giungo e quello di Modone col trarre delle balestre e delle artiglierie. Il Boucicault quantunque preso all' imprevista, non si perdeva d'animo e ordinava francamente ai suoi che abbordassero le navi nemiche, e venissero ad un combattimento stretto, ove i suoi francesi avrebbero potuto pigliar parte. Ma i cavalieri francesi inabili a combattere sul mobile elemento, facevano cattiva prova, ed erano più di impaccio che di soccorso; d'altronde le navi genovesi scarse di marinari e di numero, correvano pericolo di essere circondate dalle avversarie. Il Boucicault dopo aver procurato di contrabbilanciare col valore questi disavvantaggi, vedendo che il combattimento, volgeva al peggio per lui, essendo già stata superala la nave chiamata la Saula dalla ammiraglia nemica, e prese altre due su cui stavano il suo luogotenente Castel Morando, con la maggior parte dei cavalieri francesi, die' ordine di ritirarsi e di rompere la battaglia. Il Zeno contento della preda fatta non lo seguitò, e il Boucicault si rimetteva per la sua via, tutto infuriato per l'ingiuria fattagli e deliberato di muover guerra ai veneziani. Ma a Genova la cosa non fu riguardata col medesimo calore, tanto più che la Repubblica era troppo esausta per impegnarsi in una lotta di questa natura.
      Giungevano inoltre al governatore lettere di Francia nelle quali gli era imposto di astenersi da ogni atto ostile contro i veneziani, perchè questi dubitando dello sdegno di Boucicault, si erano tosto dopo la notizia del fatto rivolti al re con lettere officiose, chiedendo scusa, e rappresentandogli le offese fatte nelle persone e nelle robe dei sudditi di Venezia nel sacco di Beirut, e la negativa di restituzione del Boucicault, avere necessitato Io Zeno a cercare un compenso con la forza aperta. Non influirono di meno
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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