Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 281
a provocare questa risoluzione di Francia le lettere dei cavalieri fatti prigioni, i quali per avere la libertà sollecitavano calorosamente la pace oltremonti. r u trattato adunque e concluso un accordo, e i prigionieri furono restituiti.
Il Boucicault però tutto pieno di rancore per questa soluzione, la quale non soddisfaceva al suo orgoglio offeso, scrisse una lettera violentissima al Doge di Venezia e allo Zeno rimproverandoli di avere mandato al re una relazione del fatto di Modone piena di menzogne. Esser falso che dopo il sacco di Beirut gli fosse stata fatta dalla parte dei Veneziani alcuna domanda di restituzione, come pure che i Genovesi fossero stati i primi ad ingaggiar la battaglia. Aver taciuto sino al presente per non disturbare la liberazione dei prigionieri, ma che ora in qualità di maresciallo di Francia per provare la verità delle sue parole, e la mendacia delle loro, proponeva una disfida o singoiar tenzone con uno di due, oppure in compagnia egli con cinque altri campioni metà Genovesi metà Francesi essendo che l'ingiuria fosse comune alle due nazioni, ed essi con sei e cosi in proporzione crescente finché dalla sua parte fossero venticinque e da quella dei Veneziani trenta combattenti; si offeriva ugualmente di sostenere la sfida in mare galera per galera, quando i provocati avessero preferito questo genere di lotta. Da Venezia non venne alcuna risposta, e il Boucicault stizzito ancor più da questo silenzio, eccitò contro l'abborrita Repubblica Francesco Novello signore di Padova (il quale pagò poi con la vita propria e quella dei figli la troppo facile credenza alle promesse del francese), e seguilo ad armare a proprie spese delle navi in corso, contro le navi mercantili della prima, finché la bile svpdì col tempo , e cure più gravi distrassero in altri pensieri la sua attenzione.
La recente spedizione di Cipro piuttosto che fruttare all'erario l'avea sempre più impoverito; nuove e intollerabili gravezze imposte indistintamente sovra ogni articolo d'uso e di lusso, e in special modo una tassa sopra le paghe dei marinari crescevano nemici al presente governo, già abborrito dal partito Ghibellino, per la visibile preferenza accordala dal Boucicault ai Guelfi. Il Francese non ostante non si dava per inteso di queste miserie, ma accettava l'offerta fattagli dal timore o dalla adulazione dei primari della città, di crescere il suo onorario da ottomila cinquecento lire a diciottomila seicento venticinque. Chi avesse osato mormorare, come reo di lesa maestà era^.ooQie
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (299/637)
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