Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 283
nato l'amministrazione dei lascili pii, e gli altri proventi di beneficenza privata, con quattro cittadini e instituito l'ufficio di Misericordia. Andò il Boucicault personalmente a Quinto, ove risiedeva il Fieschi, e non gli fu difficile di tirarlo con lusinghe ed ampie promesse alle sue intenzioni (1404).
Rimandò Luigi la berretta cardinalizia ad Innocenzo, e poco dopo Benedetto
10 compensava, restituendogli la sua dignità. Per ottenere il consenso del clero, che presentava maggiori difficoltà, si mise in opera l'eloquenza di San Vincenzo Ferreri, il quale, come spagnuolo, essendo ligio di Benedetto, fu chiamato appositamente in Genova per questa circostanza. Le accese 'predi-dicazioni del Ferreri, l'autorità del Fieschi e la insistenza del governatore, poterono tan,o, che finalmente, dopo lunghe consultazioni, il clero e l'arcivescovo accederono a Benedetto quantunque a malincuore. Fu consultato
11 voto del popolo, che sapevasi decisamente contrario a queste innovazioni, non in parlamento generale, come era l'antico uso, ma divisamente, albergo per albergo, contrada per contrada, secondo la moderna partizione della città, onde coloro che uniti avrebbero avuto il coraggio di manifestare la propria opinione, divisi non l'ebbero, e il consenso popolare fu anche esso ottenuto.
Senza por tempo in mezzo, spediva allora il Boucicault sei galere a prendere il papa a Nizza, dove era venuto, durante questi maneggi, per trasportarlo a Genova, nella quale sperava avrebbe il papa fatto residenza per lungo tempo (1405). Il ricevimento fu splendido di accoglienze ufficiali, ma freddo dalla parie del popolo, il quale perseverava nella sua antica fede ad Innocenzo. Per un largo ponte, pavesato di panni splendidissimi, scendeva Benedetto a terra, ove stavano attendendolo F arcivescovo con tutto il clero, coperti dei loro parati, duecentosessanta cittadini, vestiti di scarlatto, accompagnati dagli altri magistrati della città; il podestà e il governatore, reggendo ciascuno le redini del cavallo, destinato all'illustre ospite, lo accoglievano sotto un baldacchino di stoffa d'oro. Le navi del porto frondeggiavano di rami verdi, di verde ornate le case, e smaltate le strade, per cui il papa, con sei cardinali a cavallo, scortato da una fiorita banda di balestrieri spa-gnuoli, e d'altre nazioni al suo soldo, e con dietro tutto il resto della onorata comitiva, dovea passare per trasferirsi prima in S. Lorenzo, poi al Monastero di S. Francesco, destinatogli ad alloggio. Ma Benedetto, il quale, ad onta di tutte queste dimostrazioni, non si teneva sicuro dall'odio del popolo,
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (301/637)
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