Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      280 STORIAsomma presa in prestito dicevasi compera, in quantochè i privati compravano in certa maniera le ragioni dello stato sulle rendite pubbliche, l'acquisto di più luoghi in testa di una sola persona costituiva una colonna. GÌ' imprestiti compere pigliavano il nome, o dal prestatore o dalla gabella ceduta, o dalle imprese che la necessitavano, o dal santo che ricorreva nel di del contratto, come le compere di S. Pietro, di S. Paolo, di Zaccaria, del capitolo della città, e della gran pace co' veneziani: però siccome a forza di nuovi prestiti a lungo andare la Repubblica sarebbe venuta a spogliarsi di tutte le sue rendi'e, si erano stabiliti ad oggetto di estinguere i debiti vecchi, dei fondi di ammortizzazione chiamali code di redenzione le quali non erano altro che il sopravanzo accumulato del provento annuale delle rendile impegnate.
      Ma P aumentarsi delle compere, moltiplicando le amministrazioni particolari di ciascuna, cominciava a generarsi confusione nelle finanze dello Stato, e dall' altra parte sfiducia nei creditori. Aumentava questo stato di disordine una violenta misura del Boucicault, con la quale si obbligavano i cittadini ad un imprestito forzato sopra il reddito di molti anni delle gabelle. Questo provvedimento dava luogo a reclami universali onde il consiglio degli anziani d'accordo col governatore e gli altri magistrati della città, fecero un decreto nel quale si dava facoltà ad otto riputali cittadini, di liberare e redimere le rendile del comune, di liquidarne i luoghi e le compere, e di fare tutte le riduzioni e cangiamenti, che stimassero utili e necessari senza far danno ad alcuno (1407).
      Gli eletti dopo aver travaglialo un anno all' incarico affidatogli dalla Repubblica, riunirono le vecchie compere in una sola che fu chiamata la grande compera di S. Giorgio. Cotal principio ebbe questa instituzione, la quale rappresentò in seguito una parte cosi interessante nelle cose della Repubblica e che a somiglianza di alcune associazioni moderne quantunque non col medesimo buon successo, si elevò da posseditrice di capitali a signora di provincie. La nuova compera, o Banca come fu poscia chiamata, imperocché a lei fosse stato affidalo 1' ufficio di cambiar monete in tempi in cui era vietato ai particolari, fu accolta con piacere da tutti i creditori dello Stato, ai quali l'ordinamento stesso, Ubero e indipendente da ogni vicenda politica ispirava fiducia. E infatti S. Giorgio era la costituzione di una repubblica finanziaria entro una repubblica civile. Il potere sovrano
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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