Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
288 STORIAcault sempre ispirale dagli slessi fini e sentimenti che più indietro abbiam fatlo osservare. A Innocenzo VII era saccesso in Roma Gregorio XII di nazione veneziana. Per terminare lo scisma avean deciso i due papi di trovarsi insieme a Porlovenere ; vi andò da Genova Benedetto XIII, ma Gregorio giunto a Luni non volle più venire innanzi sotto pretesto di non potersi affidare in un paese, che si era dichiarato pel suo avversario. Dall' altra parte Benedetto ricevuta in Portovenere la notizia, che la Francia stanca da tante tergiversazioni, figlie di una aperta malafede, Y aveva abbandonato, che in Genova stessa, donde Y arcivescovo Marini era fuggito, gli era precluso il ritorno da un decreto del consiglio generale che disconosceva la di lui autorità, andò a rifugiarsi nel regno d' Aragona solo rimastogli fedele.
In questo mezzo Ladislao, re di Napoli, il quale come il Boucicault, e i signori di Milano, aspirava al possesso di tutta l'Italia (ambizione lodevole ma resa ridicola dalla scarsità dei mezzi) si preparava ad occupare Roma sotto pretesto di impedire che il popolo, in assenza del pontefice, vi facesse novità. Si ingelosiva il Boucicault dei disegni di Ladislao, e apparecchiate prestamente undici galere, si indirizzava verso piaggia romana, giustificando la sua mossa col dire che in quella incertezza di cose la custodia della città sacra apparteneva di diritto a un luogotenente del re di Francia. Ma Ladislao al quale non mancavano al certo ragioni ugualmente forti per pretendere al medesimo diritto, entrava in Roma avanti che il Boucicault vi arrivasse nel Tevere, cosicché questi se ne dovè tornare indietro con le beffe e col danno.
L'ira della spedizione infelice venne a cadere sopra Gabriele Visconti, il vendicatore di Pisa, e l'amico un tempo del governatore (1408). Dopo avere abbandonata la Toscana, Gabriele male accolto dai suoi parenti a Milano, avea passato qualche tempo in Alessandria, signoreggiata da Facino Cane, e di là .era venuto a Genova ove si trovò improvvisamente arrestato e messo in' carcere. L' accusa appostagli era di aver tramato di rovesciare la signoria del Boucicault, e di consegnare una porta della città a Facino Cane, il quale spesse volte per Y avanti si era mosso con le genti da Alessandria a questo oggetto. Reo o no di questo delitto, il Visconti dovè confessarlo con la tortura, ed espiarlo con l'aver mozza la testa. Gfi annalisti della città credono però che il motivo della venuta di Gabriele fosse stata
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (306/637)
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