Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      ad oggetto di chiedere al Baucicault il sequestro delle merci dei Fiorentini i quali ricusavano pagare gli ottantamila fiorini patuiti da loro e garantiti dal governatore nella rendita di Pisa, e quest' ultimo per liberarsi dalle moleste sollecitazioni, e dagli obblighi verso il principe decaduto, abbia preso il partito di spacciarsene in quel modo sbrigativo che abbiamo narrato. Comunque sia la cosa, la pubblica opinione già avversa al governatore per l'indole stessa del popolo vaga di mutazioni per le tasse cresciute, per Podio innato contro ogni dominio straniero, pel carattere dispotico che questo assumeva di giorno in giorno maggiore, ne trasse motivo di nuovi bisbigli e di ostili commenti.
      I cittadini avvezzi alla tolleranza dei governi anteriori su i trascorsi politici, riguardavano come un abuso di potere la severità con cui al presente, sotto il pretesto di lesa maestà, si puniva con P estremo supplizio ogni parola ed ogni atto avverso agli ordinamenti attuali. I Ghibellini frementi per F abassamento della loro parte mantenevano relazioni attivissime coi fuorusciti in Lombardia, e specialmente con Battista De Franchi, il quale si adoperava di continuo presso il marchese di Monferrato e Facino Cane, desiderosi anch'essi per loro conto di torre Genova ai francesi; finalmente per le molte imprese in cui si era gittato, e accennava di voler seguitare il Boucicault era uscito di grazia. In queste disposizioni di spiriti, il primo grido di rivolta insorgeva da un possesso lontano, dall'Isola di Scio.
      I Giustiniani die l'avevano in feudo irritati contro il Boucicault perchè questi avesse fatto confiscare in Genova i beni di loro come avversi al do-minio francese, postisi d' accordo con i primati dell'isola, la levarono a romore gridando viva il popolo e S. Giorgio, abbasso il governatore Boucicault. Cacciarono la guardia del castello, deposero il potestà, crearono nuovi magistrati e attesero poscia a far provvigione di genti e di danaro per resistere ad ogni evento. Il governatore alla notisia di questo moto faceva arrestare e detenere in Castelletto, tutti i parenti delle famiglie genovesi stabilite in Scio. Corrado Doria spedito contro P isola ribelle con tre navi ed altrettante gallere, parte con la forza e più con la dolcezza ridusse quindi i rivoltosi, alcuni principali dei quali furono espulsi. L' odio contro il nome franeese, si era contenuto dal timore, non mancava però dal manifestarsi a quando a quando in qualche altro fatto.
      Erano alloggiati a Yoltri, il Cardinale Barenge e l'Arcivescovo di Reims
      i. v
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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