Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
I
292 STORIAmarchese invitandolo ad entrare in città, F altro a Facino pregandolo a volersi ritirare con le genti, poiché la città essendosi liberata da per sè dai francesi, non vi fosse più mestieri di qoelle. L'offerta di trentamila fiorini d' oro, persuase Facino, il quale ritraversò i Gioghi, e per avere qualcosa
anche lui, occupò in seguito Gavi vendutogli dal presidio francese. Entrò
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con gran pompa, e accolto dal plauso universale il marchese in Genova;
la signoria francese fu annullata. Teodoro Paleologo marchese di Monferrato
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fu dichiarato governatore e capitano generale della Repubblica per un anno con autorità e provvisione dogale. Delle fortezze occupate dai francesi, la torre dell'arsenale si rese quasi subito, il presidio di Castelletto combattuto fieramente dalla plebe armata, e dai soldati del Monferrato chiese otto giorni di tregua, in capo ai quali non venendo i soccorsi aspettati, si rese secondo i patti salve le robe e le persone.
Alla nuova dei primi moti di Genova, sorpreso in mezzo allo splendore dei suoi trionfi, lasciava il Boucicault precipitosamente Milano, con tutto lo sforzo delle sue genti. Incontrava a Gavi la banda di Facino reduce da Genova quindi ne sorgeva una zuffa accanita, finché la notte non divise i combattenti. Sfiduciato l'ex-governatore di poter riavere la capitale con la forza, si trattenne in Gavi per due mesi aspettando invano occasione da qualche moto Guelfo, e soccorsi di Francia ove i suoi maneggi ambiziosi in Italia avean destato sospetti. Un colpo di mano sopra la pieve del Reicio non gli riusciva, ogni giorno, per mancanza di paghe, gli si assottigliavano le genti, tramò una cospirazione per aver Savona, ma fu scoperta, e cinque de* complici ebbero mozza la testa, molli furono esiliati. Ripresa final mente a malincuore la via di Francia, che trovò lacerata da cortigiane discordie, e dalla invasione straniera, dopo aver combattuto alla giornata di Agincourt, finiva prigioniero nella torre di Londra, una vita più illustre di avventure, che di solida gloria.
La cacciata dei francesi favoritori del partito guelfo, e F inalzamene al governo del marchese di Monferrato, capo parte ghibellino, portava seco necessariamente il trionfo di quest'ottima fazione sulF altra, ed anzi la rivoluzione attuale ne era una conseguenza. Si accorgevano bene della loro critica posizione i Guelfi, e però facevano mostra di non sgradire l'autorità del marchese, il quale dal canto suo, per non aggiungere a tutte le altre difficoltà di un potere giovine, Podio di un partito potente, pareva inclinato a transigere. Ma i sospetti e l'avversione dei Ghibellini contro i loro rivali,
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (310/637)
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