Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA
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la vinse sopra la bnona volontà del marchese. Primo segno di queste disposizioni ostili fu il preporre alle milizie, alla guardia delle mura, alla espugnazione delle fortezze, quattro cittadini, due nobili, due popolari, tutti di parte ghibellina. Fu rinnovato, con individui della medesima fazione, il consiglio dei dodici anziani, e tutti gli altri uffizii della Repubblica, e, poiché gli offesi si lamentavano di questa parzialità, a tutti i Guelfi erano tolte P armi, molli confinati a Savona. Erano principalmente presi di mira i Fieschi, i quali, postisi a .capo della fazione perseguitata, aveano occupato Portofino e Recco. Furono però cacciati da amendue i luoghi, Raffaello di Montaldo, capitano delle genti ghibelline, mentre il nuovo governo, con aperta violazione della fede pubblica, spogliava la famiglia ribelle dei luoghi che possedeva in S. Giorgio, e, costretti i Guelfi rimasti a comprarli, usava il provento a seguitare la guerra contro gli espropriati. Al marchese, costretto a condiscendere a queste intemperanze della fazione, era da una assemblea di trecento ghibellini prolungala V autorità a cinque anni, e cresciuta la provisione fino a quindicimila lire. A lungo andare però, riuscendo grave e sovverchiamente dispendioso ad amendue le parti uno stato di ostilità permanente, fu concesso ai Fieschi di ripatriare, e le ragioni sopra S. Giorgio restituite loro (1410), tanto più che i nemici esterni travagliavano allora bastantemente la Repubblica, per farle rinunziare con piacere al pensiero di combattere t proprii concittadini.
Stava principalmente a cuore la sottomissione di Portovenere, e di Ven-timiglia, dove si perseverava a tener dritta la bandiera di Francia. Diverse spedizioni, tentató contro la prima terra, non ebbero risultalo felice, e finalmente il presidio francese, che v'era dentro, piuttosto che venderla alla Repubblica, la vendè, con Lerici, Sarzanello e Falcinello, ai Fiorentini. Tentarono questi anche di avere Livorno per un trattato segreto con un cittadino genovese, ma la vigilanza di Battista Montaldo, che v' era dentro in qualità di governatore per la Repubblica, impedì l'effettuazione della trama, e il reo ebbe la testa mozza. Yentimiglia incontrò fortuna peggiore di Portovenere, perchè assaltata da quindici navi, mandatevi sotto gli ordini di Ot-tobuono Giustiniani, ad onta di una feroce resistenza, fu presa e saccheggiata.
Compensava questi rimescolamenti, appendice di mali, lasciata da ogni
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dominazione forestiera, un egregio fatto, operato dai coloni e dagli isolani di Scio. Da più d'un secolo, dopo che i re di Aragona aveano preso a ri-
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (311/637)
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