Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
294 STORIAvendicare con 1' armi i diritti, che, per la bolla di nn papa (Bonifacio Vili, 1296), pretendevano solla Corsica e la Sardegna, era doralo nno slato di guerra, quasi perpetuo fra la nazione catalana e la genovese, alimentato di continuo da piraterie e presure di navi scambievoli (1411). Ora, trovandosi cinque navi catalane nell' Arcipelago, dopo averne intraprese due genovesi, cbe a caso incontrarono, si presentarono, rinforzate dalle catturate, dirimpetto all' Isola, e presero a bersagliare con le bombarde gli abitati e le terre, poste lungo la marina. I mercanti genovesi e gli isolani, irritali, piò cbe impauriti da questa aggressione, risolverono di respingerla con la forza, e fatta celeremente provvista di danaro e d'armi, con una squadra armata in fretta, a cui comandavano a vicenda quindici giorni per quindici giorni, Paolo Lercaro, e l'infaticabile ex-fuoruscito, Battista De Franchi, perseguitavano gli audaci Catalani sino nel porto di Alessandria, dove raggiuntili, e mescolatisi fieramente, dopo un quasi continuo combattere di sette giorni, riuscirono a ricuperare le due navi predate, e con un' altra, tolta ai nemici, si ridussero trionfanti doDde s' erano parlili.
Nè cessando per questa dura lezione la baldanza dei Catalani, poiché predassero poco dopo tre navi mandate in Sicilia a caricar grani, dei quali allora la città travagliata da aspra carestia pativa estremo difetto, fa commesso ad Antonio Doria di vendicare le nuove e le passate ingiurie. Adempiè valentemente il Doria F incarico confidatogli (1412). Con sette navi e mille cinquecento uomini d'equipaggio navigava in cerca di navi nemiche, e due ne predava a Siracusa, due altre con parecchi navigli a Ca-gliari, due con sette legni a Portopino in Corsica , e dopo avere scorse le coste di Spagna sino a Barcellona, visto che i nemici non volevano uscire, anzi per tema avean tirate a terra le navi, ritornò sopraccarico di prede alla patria, da cui fu in premio del valore spiegato in qaesta spedizione fatto esente dalle imposizioni. L'impresa del Doria aveva quindi per resultato la conclusione di una tregua di cinque anni con Ferdinando primo, salito allora sul trono di Aragona.
Un' altra tregua di un anno era ugualmente conclusa con Luigi di Angiò conte di Provenza, il quale due anni innanzi chiamato in Italia da papa Giovanni XXIII contro Ladislao di Napoli dopo avere acquistato celeremente il regno, l'avea perduto poi con la medesima fretta, per una fiera rotta navale datagli da una squadra genovese di cinque galere congiunte a quelle
| |
Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
|
Pagina (312/637)
|
Bonifacio Vili Corsica Sardegna Arcipelago Isola Paolo Lercaro Battista De Franchi Catalani Alessandria Dde Catalani Sicilia Antonio Doria Doria F Siracusa Ca-gliari Portopino Corsica Spagna Barcellona Doria Ferdinando Aragona Luigi Angiò Provenza Italia Giovanni XXIII Ladislao Napoli
|