Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 301
dogato. Occuparono nell'istesso giorno il governo in qualità di priori, Tommaso Fregoso e Iacopo Giustiniani ; e poco dopo convocata una assemblea di ottocento cittadini d' ogni fazione, era nominato doge Barnaba Guarco.
Non era il nuovo eletto, il più adattato a tempi. Mite ma non energico, facile a prestare orecchio a subdoli consigli, non aveva fra il popolo un partito proprio tanto forte da contrapporlo agli altri ad un bisogno. Elevato dal favore di Tommaso Fregoso, il quale abile a cedere e farsi innanzi a tempo, si era fatto amico prima dell' Adorno, ed ora di lui per spianarsi meglio la via al dogato; Barnaba doveva cadere ogni volta cbe questo mal fido appoggio gli fosse mancato; e l'occasione fu anche più pronta di quel che si sarebbe potuto prevedere.
In nn villaggio in Polcevera, detto degli Orsi, durando ancora uno sprazzo delle passate commozioni, perchè di rado avveniva che ai moti di Genova non facessero eco quei delle valli, era ucciso dai contadini Gregorio Guarco, fratello del doge, mandato a reprimerli. Irritato, e dolente Barnaba, spediva a punire gli inveleniti contadini, con molta più gente, Tommaso Fregoso. La lontananza di Fregoso dava agio ai nemici di lui di renderlo sospetto al doge; cosicché questi, per assicurarsi, costruiva fortificazioni, e poneva guardie nei siti della città più acconci a qualche movimento.
Non appena Tommaso riseppe queste misure, che, conosciuto a quel che esse miravano, abbandonò sollecitamente il campo, andò a trovar Giorgio Adorno nella sua villa di Carignano, e convenuti insieme sulla imminenza del pericolo, e la necessità di prevenirlo, scendevano segretamente in città, e, levati in arme i loro partigiani, cacciavano, dopo lieve resistenza, il Guarco di palagio. Vi entravano quindi i vincitori alle grida, di viva Tommaso Fregoso, il quale, quantunque si infingesse sul principio di ricusare ciò che da tanto tempo brigava di procacciarsi, fu acclamato doge dalla moltitudine concorde, e poscia riconfermato da un consiglio di trecento cittadini.
L'esperienza ammaestrava il Fregoso, in mezzo al variare delle fazioni e dei favori, F aver raggiunto il potere esser cosa da farne poco conto, nel conservare F acquistato consistere la difficoltà; ed egli era uomo, per accorgimento e per energia, atto più che altri a superarla.
Divise le cariche più importanti tra persone fide, e interessate a sostenerlo, dando a Battista suo fratello, insieme al cognato Teramo Adorno, figlio di Giorgio, il comando delle due riviere, e la guardia della città, mandava altri
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (319/637)
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